Ue, Tajani punge i patrioti: "Noi siamo influenti, loro no"

Antonio Tajani è tornato a parlare del voto a Ursula von der Leyen, che rivendica, e del peso di Forza Italia in Europa: "Siamo una garanzia per la stabilità delle istituzioni europee"

Ue, Tajani punge i patrioti: "Noi siamo influenti, loro no"
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Il voto per il presidente della Commissione europea continua ad avere ripercussioni nelle discussioni politiche interne. La scelta di Forza Italia di votare per Ursula von der Leyen, candidata del Ppe di cui il partito azzurro fa parte, è andata controcorrente rispetto alla decisione degli altri due grandi partiti del governo, Lega e Fratelli d'Italia, che hanno optato per il voto contrario. "È davvero puerile sostenere che il tuo peso dipende da chi fra gli altri vota il tuo candidato, perché Ursula von der Leyen era la candidata del Ppe, il partito centrale in Europa, del quale noi siamo componente fondamentale", ha spiegato Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, in un'intervista al Corriere della sera.

La sua è una replica a una discussione che si è innescata nella giornata di sabato 20 luglio con la Lega e con Matteo Salvini, il quale ha sostenuto che "chi ha votato Ursula insieme alla Schlein e ai fanatici rosso-verdi si è preso una responsabilità: gli elettori hanno votato per il cambiamento". Ma Tajani ha rivendicato la sua scelta, anche davanti all'accusa di aver fatto una scelta "imbarazzante" perché ha voluto dire votare con il partito di Elly Schlein. "Sarebbe come se io dicessi che Salvini ha votato con Salis, Rackete, Fratoianni e Conte", ha detto ancora il ministro degli Esteri al Corriere della sera.

"Noi siamo influenti nella governance Ue, i Patrioti sono ininfluenti. Avendo due donne del Ppe ai vertici dell’Europa siamo una garanzia per la stabilità delle istituzioni europee", ha sottolineato Tajani, riferendosi a Ursula von der Leyen e a Roberta Metsola. I tre maggiori partiti della maggioranza si trovano in tre diversi gruppi europei, perché se Forza Italia da sempre è un pilastro del Ppe, Fratelli d'Italia è nel gruppo Ecr, di cui Giorgia Meloni è presidente, mentre la Lega è entrata nel neo-formato gruppo dei Patrioti, fondato dagli ungheresi. "I conservatori hanno cariche in Europa, e il capo del governo italiano in Consiglio si è astenuta su von der Leyen, non ha votato contro né ha usato toni critici dopo. Non si è trovata d’accordo sul programma, ma ha ampio margine per trattare sui ruoli in commissione e ha noi, nel Ppe, che rappresentiamo la seconda forza del governo", ha proseguito Tajani, che ha voluto ribadire la tenuta assoluta della maggioranza.

"Apparteniamo a famiglie politiche diverse in Europa, ma in Italia abbiamo un programma unico e siamo una coalizione coesa dal '94", ha detto ancora. Un concetto più volte ribadito da ogni leader della maggioranza di governo da prima che vi fossero le elezioni europee. L'appartenenza alle tre diverse famiglie non va a toccare i legami della coalizione del centrodestra, che si fonda su legami ben più profondi, nonostante i continui tentativi di picconamento delle opposizioni. "I primi sondaggi ci danno in crescita, si conferma la bontà della nostra scelta", ha voluto ribadire il vicepremier, riferendosi a un sondaggio che vede Forza Italia in crescita al 10,2%.

Ma l'obiettivo del partito azzurro è ben più ambizioso, come ha voluto spigare Tajani al Corriere: "Pier Silvio (Berlusconi, ndr) ha detto esattamente quello che dico io: FI deve passare dall'attuale quasi 10% al 20% alle prossime elezioni. È un obiettivo realistico perchè sempre più l'area da occupare quella tra Schlein e Meloni non è rappresentata, a parte da noi".

Tajani spegne anche tutte le polemiche che i detrattori cercano di montare in queste ore, mettendo contro i vertici del partito e la famiglia Berlusconi: "I figli di Berlusconi sanno bene il numero di voti che abbiamo preso: tanti. E sono molto lieti che l'opera del padre venga portata avanti".

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