Facebook, più sicuro contro i cybercrimini

L'azienda ha raggiunto un accordo con la Polizia postale italiana per collaborare in caso di reati informatici. Il documento potrebbe diventare uno standard internazionale. Apruzzese (Polizia postale): "Più garanzie per gli utenti"

Facebook, più sicuro contro i cybercrimini

Milano - Facebook, spesso al centro di polemiche o "primo indiziato" per molti reati, sarà presto un luogo più sicuro. I vertici del settore sicurezza del social network, infatti, hanno raggiunto un accordo con la polizia postale italiana per prevenire e contrastare i reati commessi online. Il documento, dicono dalla polizia di Stato, potrebbe divenire a breve uno standard internazionale. Infatti, unico del suo genere, costituisce una importante innovazione nei rapporti di cooperazione internazionale tra rappresentanti del settore pubblico e privato.

Una fruizione più serena "Il contrasto agli abusi commessi nel mondo dei Social Network - ha commentato Antonio Apruzzese, direttore della  Polizia postale - si arricchisce di uno strumento assolutamente innovativo che consentirà sia a noi che a Facebook di garantire agli utenti una migliore e più serena fruizione di un servizio a cui hanno iniziato ad affacciarsi anche importanti realtà imprenditoriali, attratte dalla grande popolarità di questo poliedrico  sistema di comunicazione". Soddisfatto il prefetto Oscar Fioriolli, responsabile della direzione centrale delle Specialità della Polizia di Stato, che ha ringraziato per il prezioso contributo i responsabili dell’azienda di Palo Alto. "La società moderna - ha spiegato Fiorolli - ha investito significative risorse nello sviluppo delle nuove tecnologie di comunicazione e ha dato di fatto vita ad un mondo parallelo in cui le nuove opportunità di socializzazione vengono inquinate da individui che, agendo nell’ombra, ne abusano per perseguire i propri intenti criminali. Le linee guida, stilate in collaborazione con Facebook, rappresentano una pietra miliare nei rapporti di cooperazione tra forze dell’ordine e società private che forniscono servizi via internet. Serviranno ad illuminare più adeguatamente proprio quelle zone buie di internet a beneficio dell’intera comunità internazionale, impegnata nella lotta alla criminalità informatica".

La polizia interverrà solo nelle situazioni peggiori Un accordo che permette alla polizia di intervenire subito in caso di reati e a Facebook di non diventare una sorta di capro espiatorio. Cristian Perrella, responsabile delle relazioni Law Enforcement per l’area Europa, Africa e Medio Oriente dell'azienda, ha sottolineato: "Il nostro obiettivo è di garantire la migliore esperienza possibile su Facebook e cerchiamo di farlo adottando tutte le iniziative che premiano i comportamenti positivi e scoraggiano quelli negativi".

Diverse le strategie con le quali il social network persegue questo fine: "Abbiamo costruito - continua Perrella - un sistema di regole e una struttura del sito che incoraggiano le persone a utilizzare i nomi reali e disincentivano i comportamenti negativi; abbiamo sviluppato una tecnologia straordinaria e un efficace processo operativo che consente di eliminare lo spam e di bloccare gli utenti che non rispettano le regole; coinvolgiamo le autorità soltanto nelle situazioni più gravi e, quando questo avviene, vogliamo che gli organi di polizia abbiano tutte le informazioni utili a perseguire i reati, che si tratti di malware, phishing, ladri d’identità o pedofili. Nella maggior parte dei casi facciamo un ottimo lavoro internamente, ma nelle situazioni peggiori ci rivolgiamo all’autorità giudiziaria. Esattamente come avviene nel mondo reale".

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