Manovra "salvavita" applicata a Bove, la Lega Italiana Epilessia fa chiarezza

La Lega italiana contro l'epilessia dopo il malore del calciatore della Fiorentina Bove spiega quali sono le manovre salvavita in caso di crisi epilettiche o malore improvviso

Manovra "salvavita" applicata a Bove, la Lega Italiana Epilessia fa chiarezza
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Su quello che è successo ieri in campo al giovane calciatore Bove, ha parlato la fondazione Lice (Lega italiana contro l'epilessia), a voce del presidente Oriano Mecarelli, che ha voluto far chiarezza su quella che oggi tutti i giornali titolavano come "la manovra salvavita in caso di crisi epilettica".

Cosa fare

"Quando per problemi cardiaci (arresto del ritmo, fibrillazione ventricolare, etc) il sangue non arriva più al cervello - spiega il presidente - si perde conoscenza e si possono avere anche piccole scosse cloniche agli arti, come quelle, più importanti, che si verificano nelle crisi epilettiche definite tonico-cloniche generalizzate".

Mecarelli aggiunge poi che "anche nella più semplice sincope vaso-vagale (lo 'svenimento che accade in soggetti predisposti alla vista del sangue o per altre cause) si cade a terra e si possono verificare scosse. In quel caso il cuore riprende a battere abbastanza rapidamente e la coscienza si recupera; non c'è nessuna manovra da fare. Ma se il cuore si ferma o smette di battere più a lungo occorre intervenire immediatamente, o con il massaggio cardiaco o con l'applicazione del defibrillatore. Chi assiste all'evento, che spaventa molto - - spiega ancora il presidente - invece pensa subito a 'disostruirè la bocca, come se questo fosse sufficiente a far riprendere del tutto il malcapitato".

L'immaginario collettivo

Questo perché da sempe si è portati a pensare o comunque è stato spesso raccontato che "la lingua in queste situazioni cada all'indietro, fino ad ostruire la trachea. Conoscenza questa del tutto errata: la lingua non è una pallina o un corpo morto, è un muscolo e durante una crisi epilettica può andare di lato e finire tra le arcate dentarie serrate, e quindi ferirsi, ma in questo caso tentare di aprire la bocca è pericoloso, sia per le dita del soccorritore (che verranno morse) che per i denti di chi si sta soccorrendo".

Le manovre salvavita

La Fondazione Lince spiega quali sono le manovre corrette da fare, o da evitare, nei casi appena descritti o come è accaduto al calciatore:

In caso di crisi epilettica, con irrigidimento e poi scosse cloniche intense, non tentare mai di aprire la bocca per cercare di estrarre la lingua. Appena la crisi termina il respiro si ristabilisce da solo, occorre soltanto evitare che la persona cadendo si faccia male; non immobilizzarlo forzatamente mentre si scuote, adagiarlo su un fianco appena le scosse sono terminate;

In caso di una persona colta da un malore improvviso, per prima cosa adagiarla su una superficie sicura e chiamare immediatamente il 112; controllare se respira e se il cuore batte, per esempio sentendo il polso. In attesa dell'arrivo dei soccorsi, se il cuore non batte regolarmente si può utilizzare un defibrillatore (ammesso che in quel luogo sia a disposizione) oppure in caso di arresto completo cardio-respiratorio procedere al massaggio cardiaco e alla respirazione bocca a bocca. Si tratta di effettuare una vera e propria rianimazione cardio-polmonare che in genere effettuano i soccorritori esperti nel farla.

"Non serve spostare la lingua"

"Da quanto detto, risulta quindi che 'postare la lingua non serve a nulla in condizioni di malore importante dovuto a problemi cardio-respiratori. In questi casi è fondamentale invece l'arrivo tempestivo dei soccorritori, perché un arresto cardiaco di durata superiore ai 5 minuti è molto pericoloso per la salute del nostro cervello", precisa la Fondazione Lice.

Quando disostruire le vie aeree

"Quando l'ostruzione è dovuta ad un corpo estraneo che ha creato un vero e proprio 'tappo' nelle vie aeree, che blocca completamente il passaggio dell'aria. In questi casi occorre far risalire il 'tappò e si può praticare la manovra di Heimlich.

Questa manovra, che prende il nome dal suo inventore - conclude Mecarelli - consiste nel comprimere il diaframma di persone coscienti, spingendolo verso l'alto, in modo da causare un colpo di tosse (determinato artificialmente dal violento aumento della pressione intratoracica) e la conseguente espulsione del corpo estraneo".

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