Non sono di certo poco frequenti i casi in cui si avverte un dolore, più o meno fitto, al petto (inteso come torace) e non si sa quali possano essere inizialmente le sue origini: nella maggior parte dei casi si è portati a pensare al peggio, ossia a un problema cardiaco dal momento che il nostro cuore si trova in quell'area del corpo e soprattutto se il malessere si manifesta a sinistra ma le risposte possono essere molteplici.
Come scoprire la problematica
Molte persone si recano direttamente al pronto soccorso per avere in maniera tempestiva una diagnosi: oltre agli esami di routine che comprendono elettrocardiogramma e auscultazione con lo stetoscopio, si passa a specifici analisi del sangue. In molti casi possono risultare elevati i livelli di Cpk, ossia la creatina fosfochinasi. Si tratta di "enzimi presenti soprattutto nei muscoli scheletrici, nel cuore e nel cervello. Un aumento dei livelli di Cpk nel sangue può indicare danni o stress muscolare", spiega al Corriere il prof. Giancarlo Marenzi, direttore della Terapia intensiva cardiologica del Monzino, Milano.
Il ruolo dei biomarcatori
Se è vero che in queste Cpk (specialmente la Cpk-Mb) erano usate per la diagnosi di problemi cardiaci tra i quali l’infarto miocardico acuto o una miocardite virale, i passi avanti della Medicina hanno permesso di avere oggi a disposizini particolari biomarcatori altamente sensibili come la troponina. "Questi ci permettono di distinguere, in caso di aumento delle Cpk, tra un’origine cardiaca e una muscolare". Come si può vedere, non sempre è facile e intuitivo capire la problematica dal momento che questo enzima può aumentare in entrambi i casi, sia quando si tratta di dolore muscolare associato a problemi fisici ma anche per origini cardiache.
Quando viene escluso il cuore
Nei casi migliori il cuore sta bene e non c'è un'origine cardiaca: e allora come è possibile che questo valore sia elevato e il dolore al petto persiste? A quel punto bisogna virare su problemi muscolari. "Le cause più comuni di dolore muscolare associato a un aumento delle Cpk includono: traumi fisici (infortuni, contusioni o interventi chirurgici che possono causare danni muscolari), esercizio intenso (un’attività fisica estrema o prolungata), malattie muscolari genetiche o infiammatorie, l’assunzione di alcuni farmaci come le statine (utilizzate per abbassare il colesterolo) e altre condizioni metaboliche, come l’ipopotassiemia e l’ipotiroidismo", spiega il prof. Marenzi.
Se da un lato si può tirare un sospiro di sollievo se il cuore non è implicato nei dolori,
dall'altro è importante indagare la causa principale e curarla. L'esperto sottolinea l'importanza di effettuare altri esami per escludere del tutto i problemi cardiaci e capire con esattezza dove ha origine il dolore al petto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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