Arriva una speranza per coloro che hanno riportato gravi danni a seguito di un ictus. Una recente ricerca sul talamo - un'importante struttura del cervello dedicata a numerose e importanti funzioni del nostro organismo - ha infatti portato a delle scoperte incredibili, aprendo la strada a nuovi possibili trattamenti.
Ad occuparsi dello studio è stato un team di ricercatori dalla Simon Fraser University (SFU), in Canada. Nella ricerca, pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, viene sottolineato come un importante meccanismo riesca a influire sulle condizioni del paziente. Un meccanismo poco considerato sino ad oggi. Il talamo, struttura del cervello preposta alla regolazione degli impulsi sensitivi e motori, della coscienza, del sonno e della veglia, può subire gravi danni a causa dell'ictus. Danni che possono presentarsi anche dopo mesi, oppure anni. Pur non essendo colpito direttamente dall'ictus, dunque, il talamo può subirne gli effetti e il suo ruolo può essere compromesso.
Come abbiamo detto, il talamo svolge diverse funzioni nel nostro organismo. Oltre a occuparsi della nostra memoria, e del nostro linguaggio, è anche una struttura che regola il movimento e l'attenzione. Ciò è possibile perché è in grado di comunicare con le altre aree cerebrali mediante gli assoni, delle lunghe connessioni che tuttavia, in caso di ictus, si trasformano in una vulnerabilità. Quando gli assoni vengono danneggiati, infatti, possono propagare lo stato di deterioramento anche al talamo. Si genera, in sostanza, un pericoloso effetto a cascata.
Grazie allo studio effettuato su 18 pazienti affetti da danni cronici da ictus, i ricercatori hanno scoperto che vi è un collegamento diretto fra danni riportati dal talamo e grado di disabilità. Anche se il talamo appare intatto, perché non colpito in maniera diretta, le sue funzioni sono compromesse. Ecco perché in futuro potrebbe essere un ottimo bersaglio per le terapie innovative. Dal momento che il talamo mantiene la sua integrità strutturale - al contrario dei tessuti cerebrali distrutti dall'ictus - si potrebbe pensare di "riattivare" le sue funzioni. In questo modo, spiegano gli autori dello studio, sarebbe possibile quantomeno alleviare le disabilità croniche di cui soffrono alcuni pazienti.
Via libera, dunque, a farmaci capaci di stimolare
il talamo e il suo funzionamento. I prossimi anni, dunque, saranno incentrati su questo genere di ricerca. Intanto gli scienziati cercano di trovare risposta a tante altre domande sull'ictus e i suoi effetti distruttivi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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