I punti chiave
Si allarga (e di molto) la platea di persone che rientrano tra quelli che soffrono di ipertensione: questo aumento non è dovuto a una patologia più diffusa rispetto al passato ma alle nuove linee guida stabilite dalla Società Europea di Cardiologia con inevitabili impatti sia sulla vita dei pazienti ma anche per i medici.
Il nuovo parametro
Da qualche tempo tra la pressione ottimale e l'ipertensione di stadio 1 è stata indrotta la categoria "pre-ipertensione" chiamata anche "pressione elevata" con parametri compresi tra 120-139 e 70-89 mmHg. In questo modo le persone che rientrano in questa enorme sfera della pressione arteriosa passano dagli attuali 18 milioni a un numero intorno a 25-27 milioni (in Italia). Questo nuovo parametro consente di prendere in tempo i primi segnali e adottare una serie di contromisure per poter evitare complicazioni future.
A cosa serve
È importante sottolineare che i pazienti in pre-ipertensione non dovranno avere cure farmacologiche: in questo modo potranno modificare le abitudini quotidiane sia a tavola (pasti con meno sale e meno consumo di alcolici) ma anche attenzionare lo sport praticandolo, anche pochi minuti, ogni giorno. Questa prevenzione potrà evitare che in futuro si possa arrivare allo stadio in cui è necessario l'intervento medico: gli esperti spiegano, infatti, che non si passa da un giorno all'altro dalla pressione ottimale a quella di stadio 1, tutto ciò avviene gradualmente nel corso del tempo.
Come migliorare la salute
Alcuni studiosi australiani e inglesi hanno visto che basta camminare per una decina di minuti ogni giorno per tenere a bada la pressione e migliorare lo status fisico in generale. Purtroppo, l'ipertensione è anche una patologia subdola perché non sempre dà segnali evidenti se non in fase avanzata tra cui mal di testa, acufeni, vertigini, difficoltà a respirare fino alla perdita del sangue dal naso. "Si tratta di una categoria di pressione che è sempre stata molto attenzionata dagli internisti perché l'ipertensione non è mai un fenomeno 'on-off', un interruttore, ma un parametro biologico con una relazione lineare e continua con gli eventi cardiologici", ha dichiarato di recente il prof. Giovambattista Desideri, segretario della Simi (Società italiana di medicina interna) e ordinario di Medicina interna e Geriatria all'università Sapienza di Roma.
"Il rischio di ictus e infarto, in altre parole, non scompare improvvisamente sotto i 140/90 mmHg di pressione. Le nuove linee guida Esc fanno dunque una distinzione in tre gruppi", ha aggiunto l'esperto. In questo modo c'è una nuova logica di prevenzione specialmente per i pazienti che si trovano a un passo dal diventare ipertesi.
Il gruppo che va necessariamente trattato è quello con pressione superiore a 140/90 mmHg mentre vanno attenzionati (non trattare) coloro che si collocano nella fascia al di sotto dei 120/70 mmHg per poi arrivare alla fascia intermedia "da attenzionare ed eventualmente da trattare", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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