La segnalazione arriva dagli Stati Uniti, ma anche in Italia si è registrata un'insolita impennata di casi: la polmonite atipica causata da mycoplasma pneumoniae è in netto aumento e non solo tra i bambini, che al momento sembrano i soggetti più colpiti.
Casi in aumento
"È stato segnalato un incremento dei casi in età pediatrica, in particolare nell’area di Firenze", spiega a Il Corriere il direttore del Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e della salute dell'Università di Trieste - Struttura complessa di Pneumologia dell'Ospedale di Cattinara Marco Confalonieri. Purtroppo, spiega l'esperto, non è ad oggi possibile disporre del supporto di una rete organica nazionale di sorveglianza delle infezioni polmonari, e i dati arrivano in modo frammentario. "Da quest’estate nel nostro reparto abbiamo notato più casi rispetto al solito anche negli adulti, con picchi di 5-6 pazienti ricoverati allo stesso tempo", considera il professore.
"Il Mycoplasma pneumoniae causa epidemie periodiche, soprattutto nel bambino in età scolare e negli adolescenti, e si verifica più spesso durante l’estate e all’inizio dell'autunno", precisa la direttrice della Clinica pediatrica e ordinaria di pediatria presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma Susanna Esposito."In questo periodo è una frequente causa di ricovero per infezioni delle vie respiratorie, in particolare per polmonite, nei bambini a partire dai due anni di età, nei quali però lo pneumococco (Streptococcus pneumoniae) resta il principale agente responsabile". Le infezioni da Mycoplasma pneumoniae, tuttavia, possono diventare più insidiose in quanto difficili da differenziare rispetto a quelle originate da altri patogeni.
Il batterio
Il Mycoplasma pneumoniae è un patogeno sprovvisto di parete batterica e ha la tendenza a insidiarsi nelle cellule dell'ospite come fanno i virus, divenendo per questo particolarmente contagioso: spesso asintomatico, può produrre infezioni poco violente alle alte vie respiratorie, che spesso a causa di tale caratteristica vengono sottovalutate. Il perdurare di tosse e febbre con chiare difficoltà respiratorie deve essere un campanello d'allarme, dal momento che"il Mycoplasma può dare polmoniti gravi con insufficienza respiratoria acuta e necessità di ricovero con somministrazione di ossigeno", spiega Confalonieri. Febbre, tosse grassa e stizzosa e mancanza di fiato sono quindi i sintomi più chiari di una conclamata infezione prodotta dal batterio, ma l'esordio è più blando, con semplici mal di testa, nausea e dolori articolari. Nei bimbi è la tosse persistente a dover far scattare l'allarme tra i genitori.
Ma quali sono le cure? di certo l'arma migliore è la diagnosi precoce, per cui il primo passo è individuare l'eventuale presenza di Mycoplasma, per sconfiggere il quale esiste una terapia antibiotica mirata. "Nei ricoverati si possono eseguire indagini di biologia molecolare su tampone faringeo che analizzano diversi virus e batteri, tra cui il Mycoplasma pneumoniae", puntualizza l'esperta. "Nei pazienti ambulatoriali di solito la diagnosi si basa su segni e sintomi, dato che i comuni esami colturali non evidenziano il Mycoplasma pneumoniae, perché è un organismo intracellulare". Auscultare i polmoni con lo stetosopio non aiuta, dato che i segnali acustici delle classiche infezioni polmonari sono molto lieli: "Anche l’aspetto radiologico può essere più sfumato e assomigliare alle polmoniti interstiziali causate da virus più che alla classica polmonite lobare da pneumococco", aggiunge Confalonieri.
Le cure
L'unico modo di abbattere l'infezione è una terapia antibiotica mirata, anche perché la polmonite atipica va curata in modo differente rispetto a quelle più diffuse."Gli antibiotici di prima scelta per le polmoniti da Mycoplasma appartengono alla famiglia dei macrolidi, invece, le polmoniti da pneumococco devono essere trattate con antibiotici beta-lattamici", spiega Esposito. Nel caso in cui non si riesca a individuare il patogeno si procede con una terapia combinata con le due classi di antibiotici, anche se serve molta cautela. Concluse le cure serve una corretta convalescenza, così da dare al polmone il tempo di riprendersi completamente,
Legionella
Anche le infezioni polmonari da legionella, quelle determinate da agenti patogeni che si possono ritrovare in ambienti acquatici naturali, si cura in modo differente. "La legionellosi riguarda soprattutto, ma non solo, persone con più di 50 anni e/o con condizioni che indeboliscono le difese immunitarie come terapie immunosoppressive, fumo, alcolismo, bronchite cronica, malattie cardiovascolari e renali, diabete, tumori", spiega il direttore dell'Unità operativa di Pneumologia presso l'Ospedale San Giuseppe MultiMedica di Milano Sergio Harari.
In genere i sintomi compaiono in modo molto rapido: febbre, brividi, malessere diffuso con mal di testa e dolori articolari a cui si associano tosse secca, fitte al torace e talvolta anche diarrea, sono segnali da non sotovalutare: "La diagnosi si ha con il test dell'antigene urinario, con la ricerca del batterio nelle secrezioni respiratorie e degli anticorpi anti
Legionella nel sangue", precisa l'esperto. In caso di diagnosi precoce, coi giusti antibiotici, l'infezione guarisce in meno di un mese, ma la mortalità media è del 10-11% e può addirittura raggiungere picchi del 50%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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