Anche se l'influenza stagionale circola ufficialmente in Italia dallo scorso 28 settembre quando il primo paziente a essere colpito dal virus è stato un bimbo di soli 4 mesi, l'avanzata dell'epidemia avanza molto più lentamente del previsto: lo dicono gli esperti osservando i dati dei contagi nel nostro Paese.
Ecco da cosa dipende
Tutto è legato al clima: fino a questo momento, specialmente a ottobre, l'Italia ha goduto di condizioni meteorologiche più simili alla fine dell'estate e le elevate temperature hanno impedito una diffusione capillare tipica dei mesi più freddi. Quindi, fino a oggi, "rispetto allo scorso anno dove in questo periodo vi era già un’attività importante del virus influenzale, probabilmente complici le temperature osserviamo invece un’attività ancora abbastanza ridotta", ha dichiarato il professore Francesco Vairo in un video pubblicato sui social dall'Istituto Spallanzani di Roma. Questo non significa, però, che l'influenza circolerà di meno nelle prossime settimane e mesi, si tratta di una condizione momentanea e iniziale della classica epidemia che ogni anno colpisce tutti i Paesi.
Quando avremo il picco
La conferma arriva anche dal prof. Fabrizio Pregliasco, virologo e Direttore Sanitario dell’Irccs Ospedale Galeazzi di Milano. Sull'influenza, infatti, ha spiegato che "i dati di incidenza sono in crescita ma siamo ancora in una fase di intensità bassa, seppur in continua evoluzione", ipotizzando al Messaggero quando potrebbe esserci il picco stagionale. "È probabile che il picco arrivi a cavallo delle festività natalizie, perché sono anche complici viaggi, baci e abbracci", ha detto l'esperto.
La circolazione dei virus "cugini"
Piuttosto, la "scena" in questo periodo se la stanno prendendo i cosiddetti virus parainfluenzali con circa 200mila italiani a settimana costretti a letto a causa di febbre, tosse, e i sintomi tipici dei virus che circolano nel periodo autunnale. A colpire sono le infezioni alle vie respiratorie causate da diversi agenti: "rhinovirus nel 40% dei casi, enterovirus nel 20%, in crescita. E ancora adenovirus, parechovirus. Il grosso è un po' questo - aggiunge Pregliasco - Anche il Covid imperversa. Mentre la stagione dell'influenza vera e propria, da quel che osserviamo, credo che non sia ancora partita".
L'importanza della vaccinazione
Soprattutto i fragili, però, non sottovalutino l'importanza offerta dalla vaccinazione: il virus dell'influenza miete tra le 250 e le 500 mila vittime ogni secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), soprattutto negli Over 65 e nei soggetti con patologie croniche come il diabete. "Consigliamo ai pazienti di non aspettare a vaccinarsi. Il tempismo è importante per dare il tempo all'organismo di sviluppare la copertura anticorpale prima della diffusione del virus che avverrà con il calo delle temperature", ha dichiarato all'Ansa il prof. Angelo Avogaro, presidente della Sid (Società italiana di diabetologia). Dati alla mano, "per i diabetici aumenta di 1,7 volte il rischio di ricovero in terapia intensiva, di oltre 3,5 volte quello di ricovero per influenza o polmonite e di oltre 3 volte il rischio di mortalità", ha sottolineato Ilaria Dicembrini, professore associato di Endocrinologia all'Università degli Studi di Firenze e coordinatrice insieme a Valeria Sordi del San Raffaele (Milano) del gruppo di Lavoro congiunto Sid - Amd - SiTI Diabete e Vaccini. "Ecco perché i diabetologi consigliano ai loro pazienti la vaccinazione capace di abbattere significativamente i rischi, ad esempio quello di mortalità complessiva, allo 0,57%", conclude commentando la ricerca.
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