“Tempesta perfetta”. Allarme per la carenza di farmaci: quali mancano

Dagli antivirali agli antinfiammatori, quasi 3.200 medicinali difficili da reperire secondo l’Aifa. La Federazione dei farmacisti: “Questione complessa, va affrontata al più presto”

“Tempesta perfetta”. Allarme per la carenza di farmaci: quali mancano

È nuovamente allarme carenza farmaci. A fare scattare l’allerta ci ha pensato l’ultimo report dell’Aifa legato ai medicinali difficili da reperire. Al 3 gennaio 2023, il totale si attesta a 3.198, poco meno di 3.200. Registrato un aumento significativo rispetto ai dati di dicembre - +66 medicinali – e la lista comprende principalmente antinfiammatori, antipiretici, alcuni tipi di antibiotici, cortisonici per l'aerosol, prodotti per la tosse, farmaci antipertensivi e antiepilettici. Molti sono utilizzati da tutti, basti pensare a Moment, Nurofen, Sididol e Neo Borocillina. E ancora: Tachipirina, Tachifludec e Amoxicillina.

L’Agenzia italiana del farmaco ha sottolineato che nella metà dei casi si tratta di una cessazione dei farmaci, dunque sono sostituibili. Nel 46 per cento dei casi, invece, si tratta di mancanza. Federfarma ha precisato che non si tratta di emergenza sanitaria, bensì di un mix di fattori: dalle complicazioni legate alla pandemia da Covid-19 a quelle della fase di produzione.

Scatta l’allarme per la carenza di farmaci

Per la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani si tratta di una “tempesta perfetta” che “continua a incidere sul problema della carenza di medicinali di uso comune, iniziata già nella scorsa primavera, quando la Federazione dei farmacisti per prima aveva denunciato l'indisponibilità di alcuni farmaci antinfiammatori". Il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, ha spiegato a Radio Capital che la situazione stenta a tornare alla normalità per diversi motivi: tra questi la guerra in Ucraina, la crisi energetica, la scarsità di materiali, il picco della stagione influenzale e l’onda lunga del Covid-19. I cittadini, ovviamente, non vengono mai lasciati soli, assicura Mandelli: “Si tratta di una questione complessa che riguarda da vicino la salute delle persone e per questo va affrontata al più presto e secondo una visione di sistema, tenendo conto dell'attuale contesto economico ed energetico che incide sui costi di produzione e distribuzione dei farmaci, beni per i quali non sono possibili fluttuazioni del prezzo che è deciso dallo Stato”.

La situazione di difficoltà è stata sottolineata anche dalla Federazione dei medici di medicina generale. Raggiunto dall’Adnkronos, il segretario Silvestro Scotti ha ammesso che la limitazione di farmaci potrebbe avere conseguenze degne di nota sia a livello terapeutico, sia sull’efficienza del Ssn e sull’intero sistema socio-economico."A fronte della difficoltà di approvvigionamento, non possiamo meravigliarci se alcuni cittadini ricorrono al Pronto soccorso sperando di avere risposte, e aggravando così la pressione su queste strutture", l’analisi dell’esperto.

E questo fenomeno potrebbe ritardare la cura: “Il paziente ci mette qualche giorno a iniziare la terapia e questo incide non solo sulla salute, che è l'aspetto che più ci interessa, ma anche a livello economico. Questi farmaci infatti possono abbreviare la durata della sintomatologia, per le persone che lavorano, quindi, significa perdere giornate di attività che, sommate all'ampio numero di pazienti, pesano non poco”.

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