Tumore ovarico, il "killer silenzioso": quali sono i sintomi spesso confusi

Il tumore ovarico rappresenta il 30% di tutte le neoplasie che colpiscono l'apparato genitale femminile. Viene definito "killer silenzioso" poiché nella maggior parte dei casi è asintomatico. La prevenzione è importante ma varia da caso a caso.

Tumore ovarico, il "killer silenzioso": quali sono i sintomi spesso confusi
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Nel 2022 sono stati registrati 6000 casi e 2300 decessi. Il tumore ovarico rappresenta il 30% di tutte le neoplasie che colpiscono l'apparato genitale femminile.

Cancro alle ovaie: tipologie

Le diagnosi interessano principalmente le donne di età compresa fra i 60 e i 64 anni, tuttavia anche le più giovani non sono risparmiate. Esistono tre tipologie di cancro dell'ovaio:

  • Carcinoma epiteliale: è il più diffuso in assoluto ed è provocato dalla proliferazione incontrollata delle cellule che ricoprono la superficie esterna delle ovaie
  • Carcinoma germinale: forma rara, colpisce viene diagnosticato in particolar modo alle trentenni
  • Carcinoma stromale: variante non frequente, può anche avere carattere benigno.

Le cause del tumore ovarico

Attualmente le precise cause del tumore ovarico non sono note. La scienza ha individuato dei fattori di rischio in grado di favorirne la comparsa. Il più importanza è senza dubbio la presenza di una familiarità che si esprime attraverso le mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2. In particolare la mutazione BRCA1 aumenta la possibilità di ammalarsi di circa il 50%. La probabilità di sviluppare la patologia, in caso di mutazione del gene BRCA2 si attesta, invece, attorno al 20-25%. Attenzione anche ad altri fattori, tra cui:

  • L'età avanzata
  • L'inizio precoce delle mestruazioni
  • La menopausa tardiva
  • L'endometriosi
  • Le terapie ormonali sostitutive post menopausali
  • Il sovrappeso e l'obesità
  • La storia pregressa di altre neoplasie
  • L'esposizione all'asbesto
  • La radioterapia in sede addominale.

I sintomi e le complicanze del tumore ovarico

Il tumore ovarico viene definito "killer silenzioso" poiché nella maggior parte dei casi è asintomatico e, quando presenti, le manifestazioni sono spesso confuse con quelle di altri disturbi come la sindrome dell'intestino irritabile, le cisti ovariche e la sindrome premestruale. Deve essere considerato un campanello d'allarme la persistenza di quattro segni clinici: gonfiore addominale, dolore pelvico, inappetenza e nausea.

La sintomatologia citata può altresì associarsi a:

  • Dolore alla schiena
  • Costipazione e/o diarrea
  • Dolore durante i rapporti sessuali
  • Minzione frequente e urgente.

Purtroppo il tumore ovarico presenta una mortalità elevata a causa della sua considerevole capacità di metastatizzare. Le cellule maligne invadono soprattutto le vertebre, i polmoni, il fegato e il cervello.

La diagnosi e la terapia del tumore ovarico

Vi è un iter diagnostico molto preciso per l'individuazione del tumore ovarico. Il primo passo, ovviamente, è la visita ginecologica durante la quale lo specialista esegue un'ecografia pelvica transvaginale o transaddominale. Ad un eventuale anomalia segue un esame del sangue specifico per il marker tumorale CA-125 e la biopsia che è l'unica procedura in grado di stabilire la presenza o meno del carcinoma.

La cura deve tener conto di specifici parametri: la stadiazione della malattia, la sede precisa della massa neoplastica e lo stato di salute generale della paziente. Tre sono gli approcci terapeutici: chirurgia e chemioterapia e, infine, la radioterapia. La chemioterapia può precedere o seguire l'intervento e si basa sulla somministrazione di due molecole, il carboplatino e il paclitaxel.

La prevenzione del tumore ovarico: il test genetico

Si può parlare realmente di prevenzione del tumore ovarico? Oltre ad adottare uno stile di vita sano, cosa si può fare? Purtroppo non esistono delle precise strategie difensive, test genetico a parte. Ma non tutte le donne devono sottoporsi allo stesso.

L'esame infatti, previo confronto con il genetista e con l'oncologo, è indicato per le pazienti sane con due o più casi di parenti di primo grado (mamma e sorella) a cui è stato diagnosticato un cancro all'ovaio o al seno e per le pazienti affette da tumore ovarico. In quest'ultimo caso, se presente una mutazione, lo screening va proposto a tutta la famiglia.

Le figlie di una donna malata di cancro possono eseguire il test genetico a partire da 20 anni. Se l'esito è positivo, sono necessari controlli regolari ogni 6 mesi. Essi includono: ecografia transvaginale, ricerca nel sangue del marker CA-125, ecografia bilaterale al seno ed eventualmente una risonanza magnetica.

La prevenzione del tumore ovarico: la chirurgia profilattica

Un'altra strada da seguire nel caso sia presente una mutazione genetica è quella della chirurgia profilattica. Nel dettaglio l'intervento di asportazione delle ovaie e delle tube viene proposto per la positività a BRCA1 a partire dai 35-40 anni e per BRCA2 intorno ai 45 anni.

La procedura è poco invasiva poiché eseguita in

laparoscopia. L'unica conseguenza spiacevole è, ovviamente, la menopausa anticipata a cui si può far fronte ricorrendo alla terapia ormonale sostitutiva.

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