LItalia intrattiene con le grandi figure politiche un rapporto morboso e respingente al tempo stesso. Individualisti per vocazione nazionale, siamo attratti dai leader pregni di carisma; collettivisti per astuzia dellingegno, finiamo per preferire i gregari. Non facciamoci però ingannare dal titolo tenebroso de Lombra lunga di Napoleone. Da Mussolini a Berlusconi (Marsilio, pagg. 165, euro 11), libro del politologo perugino Alessandro Campi. Chi vi ha visto un fondo «inquietante» ha scelto la chiave interpretativa di un antiberlusconismo soft: «B.» come emulo di «N.» e «M.». Non siamo daccordo e spieghiamo subito perché.
Il libro nasce da una riflessione sulleredità del «napoleonismo» in Italia: attenzione, non del bonapartismo come forma di regime, ma del napoleonismo, chè altra cosa, come spiega lautore, «una personalità, che nella storia è possibile rinviare solo in alcuni casi particolari». Campi ragiona su due registri, uno legato allimmaginario politico diffuso, laltro alla leadership politica contemporanea. Sul primo punto è chiarissimo: il «grande còrso», «italiano purosangue» nellentusiasmo degli anni Venti, fu un imperatore e grande capo militare, il creatore di un impero ma soprattutto di un particolare stile politico entrato nella leggenda. Ciò affascinò letterati, cineasti e uomini di governo, e tra essi anche Mussolini che nei panni del nuovo «romanissimo genio» non si sentì certo a disagio, tanto da dedicarvi un lavoro teatrale Campo di maggio, scritto con il drammaturgo Gioacchino Forzano.
Decine e decine di giornalisti, scrittori, polemisti prima e dopo il Fascismo hanno steso comparazioni più o meno cattive o benevole sui due, da Emil Ludwig a Bottai, che vi scovava la «natura estranea» di superuomini dediti al culto di sé e perciò inghiottiti dal proprio ego. Ogni parallelo di N. e M., e i rispettivi «ismi», con Berlusconi va situato non in stupide comparazioni di regime o improbabili filiazioni politiche, ma nel terreno più intrigante della definizione della personalità, del simbolismo, dello stile politico irrituale e rivoluzionario.
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