Firenze - La prima sezione del tribunale civile di Firenze ha sollevato il dubbio di costituzionalità sulla norma della legge sulla fecondazione artificiale (legge 40) con la quale si vieta alle coppie sterili di accedere alla fecondazione eterologa, con ovuli o seme donati da persone esterne alla coppia. Lo hanno reso noto gli avvocati Filomena Gallo e Gianni Baldini, che assistono i coniugi che hanno presentato la richiesta. L’uomo soffre di mancanza di spermatozoi causata da terapie fatte in adolescenza. Torna quindi alla Corte Costituzionale la legge 40 sulla fecondazione assistita.
Secondo ricorso È il secondo rinvio alla Consulta sulla legge 40, sempre del tribunale di Firenze, che già due anni fa si rivolse ai giudici costituzionali i quali accolsero il rilievo eliminando l’obbligo di produzione di soli tre embrioni in ogni ciclo di fecondazione, l’obbligo del loro contemporaneo impianto, e annullando anche il divieto di congelamento degli embrioni in sovrannumero. In questo caso invece, per la prima volta, un giudice ordinario ritiene quindi costituzionalmente illegittimo il divieto di procreazione assistita di tipo eterologo, sospende il processo, e rimette gli atti alla Corte. La coppia, dopo essere stata in cura in Svizzera e in altri centri stranieri, senza alcun risultato, si è rivolta all’Associazione Luca Coscioni. Il loro obiettivo è quello di poter effettuare le cure in Italia.
Il giudice "Il giudice ha riconosciuto le istanze mosse dalla coppia dopo aver rilevato profili di manifesta irragionevolezza del divieto assoluto di eterologa per 'l’evidente sproporzione mezzi-fini'". È quanto ha spiegato Baldini che, con l'avvocato Gallo, assiste i coniugi nel ricorso che ha portato il tribunale civile di Firenze a inviare la legge 40 alla Consulta. La coppia aveva chiesto aiuto dopo aver appreso del caso dell’Austria che era stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo proprio relativamente al divieto di eterologa. "Abbiamo deciso di raccogliere questa sfida - spiega l’avvocato Gallo - nonostante fosse la più difficile tra tutte quelle necessarie a fa riscrivere la legge 40 perché ci sembrava che i tempi ormai fossero maturi e che si stesse creando una sensibilità finalmente europea a questo problema come dimostra anche il Nobel dato a Stoccolma a Edwards che riconosce come questa medicina raccolga in realtà istanze e aspirazioni profondamente umane".
Lo sconcerto della Roccella "È ormai evidente che nei confronti della legge 40 c’è un’attacco di alcuni tribunali. Non su punti marginali ma puntando alla struttura della legge per smontarla. Si dica che si vuole tornare al Far West": è il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ad affermarlo dopo avere appreso dell’ordinanza che porta la legge 40 sulla fecondazione assistista in Corte Costituzione nella parte che riguarda l’eterologa. "Si vuole così colpire la volontà popolare perché, tra l’altro, l’eterologa era uno dei punti sottoposti al voto referendario" ha detto Roccella.
Sacconi contro i giudici "L’ulteriore rinvio alla Corte Costituzionale di un contenuto fondamentale della legge 40 attinente la possibilità della fecondazione assistita con il patrimonio genetico di persone diverse dalla coppia induce a temere che alcuni settori ideologizzati della magistratura cerchino una sorta di rivalsa rispetto alla volontà parlamentare e popolare". Durissimo il commento di Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali con delega del governo per il coordinamento politico dei temi di bioetica.
Fazio: "Difenderemo la legge" "La nostra posizione è in difesa della legge 40 - attacca il ministro della Salute, Ferruccio Fazio -. Noi abbiamo una legge e riteniamo che sia una legge dello Stato italiano che è passata a suo tempo con l’approvazione delle Camere e quindi il governo in questa fase mantiene la posizione su questa legge". Quanto al ricorso, ha aggiunto, "è un fatto giuridico-legislativo che seguirà l’iter che dovrà seguire, ma la posizione del governo è quella di difesa della legge 40".
Esulta il Pd "Il tribunale di Firenze ha fatto il suo dovere. Ora aspetteremo la Consulta. Evitiamo altri attacchi a magistrati e tribunali e correggiamo in parlamento legge 40". Lo dice la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro. "Io credo - sottolinea- che sia ora di finirla con i toni alti e di propaganda che giungono da maggioranza e governo attorno ad un tema così delicato e serio quale è la procreazione assistita. È evidente a tutti che la legge 40 va modificata perché confusa e intrisa di ideologia, indifferente alle esigenze reali delle coppie e alla salute delle donne.
È evidente che di fronte ad una situazione attuale poco chiara, questa sì da far west, i cittadini si rivolgano ai tribunali e che si richieda il giudizio degli organi costituzionali, che non danno giudizi ma si limitano a valutare se la legge rispetti i diritti costituzionali e la nostra Carta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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