Un finale rovinato dai litigi degli eredi

La guerra in Indocina, le accuse di misoginia e omofobia, gli ultimi anni in polemica con i figli

Un finale rovinato dai litigi degli eredi
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Solo 5 anni fa, quando gli venne assegnata la Palma d'Oro alla carriera al Festival di Cannes, su uno dei tanti siti di petizioni on line, trentamila persone ne firmarono una dal titolo: «Questo attore razzista, omofobo e misogino sarà premiato a Cannes». Alain Delon? Possibile? Riavvolgiamo il nastro. 1958, ecco la relazione turbolenta con Romy Schneider, iniziata sul set del film L'amante pura e durata fino al 1963 anche se è del '61 il flirt con Nico, la cantante dei Velvet Underground, dal quale è nato Christian Aaron Boulogne detto Ari che il divo francese però non ha mai riconosciuto. Delon è già diventato un'icona mondiale di bellezza, di seduzione e di sregolatezza, con madri di famiglia che ritagliavano di nascosto le sue foto dalle riviste.

Tra i suoi amori, prima di Romy Schneider, Brigitte Auber conosciuta a 21 anni, seguita da Michèle Cordoue, moglie del regista Yves Allégret, che gli aprì le porte del cinema, e dall'attrice Olga Horstig. Nel 1964 il matrimonio con Francine Canovas che si fece chiamare Nathalie Delon e da cui ebbe il figlio Anthony. A seguire il nuovo matrimonio con l'attrice e modella francese Mireille Darc che dura quasi 15 anni forse grazie alle gite amorose con Marisa Mell, Véronique Jannot, Sylvia Kristel, Sydne Rome e Dalila Di Lazzaro. Nel 1987 l'incontro con Rosalie van Breemen, una modella olandese di 21 anni, e la nascita di Anouchka e Alain-Fabien Delon. La storia d'amore si conclude nel 2001, poi gli ultimi flirt con Anne Parillaud e Catherine Pironi mentre Hiromi Rollin l'anno scorso ha dichiarato, a sorpresa, di aver vissuto con Alain Delon una «relazione d'amore che dura da trentatré anni». I figli di Delon, che la consideravano piuttosto una badante, l'hanno accusata di circonvenzione d'incapace e di aver maltrattato l'ultimo cane, dei tanti amati e salvati da Delon, il pastore belga Loubo adottato nel 2014 che, secondo le ultime disposizioni dell'attore, in caso fosse morto prima del cane, avrebbe voluto che fosse sottoposto a eutanasia perché non rimanesse da solo. Ma, a parte la vicenda della «dama di compagnia» che i figli sono riusciti a cacciare dalla casa dell'attore la scorsa estate con uno stratagemma, i tre sono in lite per le decisioni che dovevano essere prese sulle cure del padre degli ultimi mesi, con Anouchka che avrebbe voluto portarlo in Svizzera al contrario dei fratelli. Ma chissà se un ruolo nella controversia non l'abbia svolto anche la decisione di Delon di lasciare la metà dell'eredità alla figlia e il restante ai due maschi.

Beghe familiari a parte, però il «misogino» che gli è stato appioppato nel 2019, quando ha ritirato la Palma d'Oro accompagnato solo dalla figlia Anouchka, nasce da alcune sue dichiarazioni in una trasmissione tv di pochi mesi prima, Thé ou café, quando, a tavola, all'intervistatrice e commensale Catherine Ceylac, risponde: «Non so cosa significhi essere machista. Se è dare un ceffone, sì, sono stato machista, ma ne ho prese tante, anche dalle donne. Ma non sono il tipo che picchia, soprattutto non le donne che amo». In quell'occasione aveva circostanziato il suo pensiero sull'omosessualità e sul movimento Lgbtq+: «Mi diranno che devo adattarmi ai tempi, beh io ci sto male in questi tempi che banalizzano quello che è contro natura». Già nel 2013 a Le Figaro Magazine disse: «Non sono contrario alle nozze gay, non me ne frega niente, ma sono contro l'adozione dei bambini».

In realtà quello che non viene perdonato al mito Alain Delon sono le sue idee politiche che andavano di pari passo con il suo disgusto per la vita moderna e la malinconia per la Francia che fu, quella di quando s'era arruolato volontario a 17 anni in Marina per andare a combattere in Indocina: «Il periodo della mia vita che mi segnò di più, il più felice. Ero come un animale».

Lì conobbe Jean-Marie Le Pen e da lì nasce la sua infatuazione per la destra del Front National (ma già nella campagna presidenziale del 1974 aveva sostenuto pubblicamente il liberale Valéry Giscard d'Estaing contro il candidato delle sinistre Francois Mitterrand).

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