Crisi energetica, "Meno burocrazia e più fonti rinnovabili"

Angelo Antonio D'Agostino, nuovo responsabile del Dipartimento Innovazione e Sviluppo di Forza Italia, commenta l'attuale crisi energetica

Crisi energetica, "Meno burocrazia e più fonti rinnovabili"

"Non so come andremo a finire nei prossimi mesi". A lanciare l'allarme è Angelo Antonio D'Agostino, sindaco di Montefalcione e nuovo responsabile del Dipartimento Innovazione e Sviluppo di Forza Italia, fondatore di un gruppo imprenditoriale che da oltre dieci anni opera nel settore delle energie rinnovabili.

Che autunno ci aspetta?

"Di fronte a noi abbiamo uno scenario non positivo perché stiamo vivendo un momento molto particolare per quanto riguarda l'energia sia quella elettrica sia quella gas. È un problema che riguarda tutti, sia le imprese del settore sia gli utenti. L'Italia è un Paese esposto molto bene al sole e al vento e, perciò, il governo italiano deve lavorare nella direzione dell'autosufficienza e verso le rinnovabili".

L'europa però spinge da parecchio verso le rinnovabili. Perché noi stiamo ancora indietro?

"Perché per avere un'autorizzazione passano anche 5-8 anni e anche per noi imprenditori diventa complicato investire. Avremmo potuto fare il doppio e il triplo come megawatt. Mi auguro che il prossimo governo sia di centrodestra e che possa dare un impulso sulla parte burocratica che attanaglia questo settore perché la crisi che stiamo vivendo è sotto gli occhi di tutti. Il problema è che troviamo ostruzionismo anche dove non si deve fare e, quindi, su questo si deve lavorare molto. Snellire le procedure, rispettando le regole, è fondamentale".

Si riferisce ai vincoli paesaggistici del Mibac?

"Sì, ci sono dei vincoli paesaggistici che è importante che esistano, mentre altri lo erano in passato e oggi non lo sono più. In alcuni casi sono stati posti dei vincoli pensando di avere in cambio degli incentivi o dei contribuiti. Ora bisogna far andare avanti gli investitori in quelle realtà che non hanno nulla di paesaggistico e pensare alla priorità di oggi: la crisi energetica".

Quale sarebbe la soluzione più immediata?

"Finché il governo non fissa un tetto al prezzo del gas che, ora, è molto ballerino, non so se gli utenti potranno pagare le bollette. Noi l'anno scorso abbiamo acquistato il metano a 0,30 centesimi, mentre oggi viene dato a 2 euro e 30 centesimi. Mi auguro che il nuovo governo fissi subito un prezzo base che può essere anche più alto di quello dell'anno scorso, ma va fatto”.

Lei è favorevole alla costruzione del termovalorizzatore a Roma?

"Credo che un termovalorizzatore che sia a norma di legge, è necessario dare il via libera. Se fossimo stati più lungimiranti, magari, soffriremo ugualmente, ma in maniera molto diversa. Pensiamo anche al Pitesai che va assolutamente rivisto. Se dappertutto c'è un divieto, non si può fare nulla".

Mantenere l'ora legale ci consentirebbe di rispiarmare?

"Sì, non molto.

Sono tutti piccoli pagliattivi, ma saremo obbligati a introdurli. Non risolverà, però, il problema. Noi, ripeto, abbiamo avuto un'impennata dei costi. I consumatori, ora, dovranno decidere se pagare le bollette o mettere qualcosa a tavola".

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