Roma - "Dobbiamo smetterla con il disprezzo nei confronti della
politica. Il disprezzo lo merita il lestofante che si fa dare la bustarelle per risolvere una pratica. Ma
questa non è politica". Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini, nel corso di un
dibattito organizzato dalla Fondazione della libertà di Altero Matteoli al Tempio di Adriano. "Se la politica di nutre di passione - ha proseguito Fini - essere professionisti della politica è
tutt’altro che disdicevole.
È motivo, non dico onorevole, ma che almeno merita rispetto".
Riforme necessarie Il presidente della Camera, Gianfranco Fini,
ribadisce la necessità di avviare le riforme costituzionali e mette in guardia i partiti dal rischio
crescente di anti-politica: "Attenzione - dice nel corso di un dibattito con Massimo D’Alema al
Tempio di Adriano -. La pubblica opionione comincia a provare fastidio e ad essere insofferente.
In questo paese il qualunquismo è un atteggiamento antico".
Secondo Fini, tutto ciò si combatte "con un sano confronto di idee e riformando lo Stato: se c’è la
volontà, le riforme si possono fare. Finite le regionali abbiamo due anni e mezzo senza il voto, è un
arco di tempo sufficiente per la riforma". "Se non lo facciamo - conclude Fini - al termine della legislatura D’Alema dirà che se non sono
state fatte le riforme la colpa è del centrodestra, io dirò che è del centrosinistra.
Gli italiani daranno la colpa a tutti e ci diranno che non siamo più credibili".
"Perchè candidare i rinviati a giudizio?" "Va
bene il garantismo, ma servono equilibrio e buon senso. È evidente che bisogna difendere il diritto di
un cittadino in base al quale si è innocenti fino al terzo grado di giudizio, ma è altrettanto evidente che
se una persona è rinviata a giudizio per un reato grave non cè nessuna necessità di correre a
candidarlo. Può restare fermo un giro.
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