«Addio a Paolo Pillitteri, incarnazione autentica del socialismo riformista». Così la nipote Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia, ricorda l'ex sindaco di Milano scomparso ieri a 84 anno. «Sindaco illuminato di una Milano che negli anni Ottanta si aprì al mondo - sottolinea -, non gli fu risparmiata nemmeno l'ultima cattiveria, e soffrì. Alla morte di Bettino, l'ostacolo che gli frapposero dei magistrati senza umanità, impedendogli di volare in Tunisia per l'ultimo saluto a suo cognato». Bobo Craxi più netto: «Fu una carognata di Borrelli». Esprime «sincero dispiacere» per la scomparsa il presidente del Senato Ignazio La Russa, «figura di rilievo per la città, il suo percorso ha lasciato un'impronta significativa nella storia milanese». Per il governatore Attilio Fontana «è stato un ottimo sindaco, una persona che ho conosciuto e con la quale ho avuto la possibilità di confrontarmi sulle idee di sviluppo. Vedremo di ricordarlo nel dovuto modo». L'assessore regionale Fi Gianluca Comazzi «nel salutarlo per l'ultima volta» vuole «rievocare un episodio che lui stesso amava raccontare: quando nel 1990 Pillitteri incontrò il Dalai Lama Tenzyn Gyatso, indicandogli il Duomo gli chiese se gli piacesse. Il Dalai Lama rispose di sì, aggiungendo che la preghiera ci porta in alto. Porta in alto anche noi gli rispose Pillitteri ma lì dove c'è la Madunina, che è molto meglio. Sono sicuro che le preghiere di tutti i milanesi porteranno Paolo Pillitteri in alto». Il consiglio comunale ieri si è aperto con un minuto di silenzio e il consigliere Fi Alessandro De Chirico chiede al sindaco di allestire la camera ardente nell'aula, invece che nella Sala Urbanistica accanto: «Diamogli il giusto tributo nell'assise di Palazzo Marino, ha sapientemente condotto la nostra città anche durante la burrasca». Lo ricorda come «acuto e sempre sorridente» il capogruppo regionale del Pd Pierfrancesco Majorino: «Mi sono confrontato diverse volte con lui.
È accaduto tempo fa, soprattutto nei primi anni del 2000, quando spesso commentava le vicende milanesi. Era sempre brillante, rispettoso e provocatorio, simpatico, acuto ed eternamente sorridente anche quando i punti di vista erano assai diversi».
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