Certo non sarà un'opera a salvare il mondo. Ma se parla di guerra e implora la pace nella notte di quel Sant'Ambrogio che predicava «vivete bene e muterete i tempi», diventa un messaggio che quantomeno scalda il cuore di speranza in questo mondo lacerato. E allora la Forza del destino è quella a cui si è tentati di chiedere dove debba andare un'umanità che in questi giorni ha riscoperto la crudeltà sanguinosa dei conflitti tra popoli. E così per la Prima della Scala il regista Leo Muscato metterà in scena pedane rotanti come l'eterno ripetersi della storia. E la cecità dell'uomo, sordo a quel coro che ricorda che «nella guerra è la follia». Non quella buona di Erasmo da Rotterdam, ma quella distruttrice che nel primo atto racconta il '700 delle Guerre di Secessione, nel secondo l'800 di quelle d'Indipendenza, nel '900 la Prima Guerra mondiale e nell'ultimo le incredibili guerre del contemporaneo arrivate nel cuore dell'Europa e del Mediterraneo. Nessuna citazione per evitare polemiche che avrebbero svilito la maledizione, ma la messa in scena dell'apocalisse a cui conduce l'odio di un uomo che dalla storia non impara mai niente. Una riflessione alta quella a cui saranno chiamati gli spettatori di questo primo spettacolo della stagione.
Senza dimenticare quello che a solo pochi chilometri (nemmeno dieci) accade in quartieri milanesi come il Corvetto, incendiati da una violenza che germoglia da conflitti sociali troppo a lungo ignorati da una politica cieca.
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