Il gallerista Stefano Contini e il segreto di investire nella Bellezza

Cinque sedi tra Venezia e Cortina d'Ampezzo e una passione irrefrenabile. Un professionista dell'arte sicuro del fatto che "le opere ripagano sempre"

Il gallerista Stefano Contini e il segreto di investire nella Bellezza
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«Si può misurare la meraviglia?». È con questa, suggestiva, domanda che Stefano Contini presenta la sua visione dell'arte. Gallerista da oltre 40 anni, ha saputo mettere a frutto quello che lui definisce come un sesto senso per l'arte, perché non si studia per diventare galleristi: «Ci si diventa, non si può spiegare». Cinque sedi tra Venezia e Cortina d'Ampezzo e grandi nomi di calibro internazionale rappresentati, Contini incarna l'eccellenza che si sviluppa quando la passione si unisce al duro lavoro.

«La salute dell'arte in questo momento direi che è ottima, sia a livello nazionale che a livello internazionale. Riteniamo che l'arte sia oggi uno dei più significativi settori, non solo come investimento economico, ma anche per il godimento. L'arte, una volta messa in casa, è parte della famiglia», ci spiega Contini.

Nelle diverse sedi della Galleria sono ospitate eccezionali opere di artisti nazionali e internazionali. Tra queste ci sono anche quelle degli artisti che la Galleria rappresenta, nomi di prim'ordine nel panorama artistico mondiale come Manolo Valdés, Igor Mitoraj, Robert Indiana, Fernando Botero, Julio Larraz, Park Eun Sun e Julio Larraz, del quale è per altro attualmente in corso una mostra a Venezia. «La nostra Galleria, grazie a Venezia, ha un mercato internazionale. Oltre a Larraz abbiamo anche altre mostre, come quella di Park Eun Sun, al quale Mario Botta sta facendo un museo in Corea, e a giorni inauguriamo una straordinaria installazione di Manolo Valdés al Museo archeologico di Napoli, promossa dalla fondazione Achille Scudieri, con 11 sculture di Menine in bronzo, allocate nella sala della Meridiana dal 27 settembre».

Ma non ci sono solo i grandi artisti di fama internazionale nella Galleria, perché Stefano Contini è da sempre molto attento a tutti i movimenti dell'arte, che è in continua evoluzione e si nutre anche degli artisti emergenti. «Faccio questo lavoro da oltre 40 anni e per poter continuare dignitosamente la propria professione, un gallerista ha il dovere non solo di gestire l'immediato, ma anche di guardare laddove l'arte si indirizza», ci spiega. «I giovani sono il futuro», quindi «la mia attenzione è sempre rivolta anche a loro».

Esiste nella Galleria uno «zoccolo duro», fatto dagli artisti internazionali che garantiscono la visibilità nel mondo ma, al tempo stesso «non dico che si scopre, ma si punta su artisti che possono dare delle tematiche nuove, dei modi di realizzare l'arte anche in maniera totalmente innovativa». Sui giovani, come dice il gallerista, vale il detto «uno su mille ce la fa», citando Morandi: «A volte ho creduto in certi artisti poi magari nel tempo o hanno cambiato stile o sono stati caratterialmente insopportabili, quindi li ho abbandonati. Perché è importante avere un feeling». Contini ha una visione dell'arte molto ampia, di grande respiro: «È una delle poche cose che non tradisce mai. Perché quando una persona compra arte è perché gli dà piacere e godimento. Quindi, anche se l'artista che di cui ha acquistato l'opera non avesse quella giusta rivalutazione, quell'acquisto ha sicuramente dato una sensazione nel momento in cui lo si porta a casa. Per questo l'opera d'arte ripaga sempre, in un modo o nell'altro». Ovviamente, prosegue il gallerista, se viene fatto «un investimento intelligente può anche dare dei risultati finanziari significativi». La storia professionale di Contini nasce come scelta di vita: «Nasco come dirigente d'azienda, facendo un salto, non dico nel vuoto ma quasi.

Da giovanissimo ho venduto l'unico appartamento che avevo per comprare arte. In quel periodo l'arte non si vendeva, gli appartamenti sì». E quando pensa al futuro dell'arte, Contini ha una visione molto chiara: «È come una mamma, perché non tradisce mai».

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