Acquario e Nave Italia uniti dal «Padiglione dei cetacei»

(...) affondati sul nascere, fino alla rivoluzione virtuosa del 1992. Tutto per ricavare da un'area sostanzialmente estranea, se non ostile, alla città uno spazio, com'è oggi, completamente integrato col tessuto urbano e con la sensibilità e l'interesse di cittadini e visitatori. Certo, l'Acquario ha fatto da traino, con le sue strutture spettacolari aperte al pubblico, ma anche con il suo dietro-le-quinte fatto sia di ricerca scientifica, sia - come spiega Antonio Di Natale, esperto di fauna marina e non dimenticato responsabile scientifico dell'Acquario - di formazione di uno standard internazionale di garanzia per la salute degli animali. A sottolineare queste considerazioni, che fanno della vasca dei delfini anche un vero e proprio «prototipo, una cosa speciale che naviga con gli animali dentro», sono stati ieri mattina, nel cantiere di costruzione, all'estremità del Vte di Voltri, i protagonisti della struttura: oltre ai «padroni di casa» Costa, Dello Strologo e Di Natale, innanzi tutto l'architetto Susanna Scarabicchi, in rappresentanza di Renzo Piano Building Workshop, studio che ha progettato l'opera, e i rappresentanti dell'impresa Codelfa, incaricata della costruzione. «È la realizzazione produttiva industriale più grande oggi in allestimento a Genova» ha voluto ricordare a un certo punto, con un pizzico di enfasi assolutamente giustificata, il presidente di Costa Edutainment, sottolineando l'importanza del «Padiglione dei cetacei» anche per assecondare l'auspicabile ripresa della città.


E sì, perché, dalla primavera prossima, la «vasca, opera unica al mondo nel suo genere», sarà operativa, a suggello di «un sistema integrato tramite il quale contribuire alla promozione di Genova come destinazione turistica e culturale sempre più affascinante e invitante». Musica per le orecchie di quanti remano «a favore», ma anche fischi nelle orecchie di quanti - tanti - dalle nostre parti aspettano che siano gli altri a muoversi. Per poi criticarli.

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