Sembrava fosse il solito «problema tecnico», invece siamo davanti ad una vera e propria emergenza rifiuti per l'intera provincia spezzina, una situazione che desta allarme oltre che disagi.
Montagne di rifiuti davanti ai portoni delle case, cassonetti stracolmi che da oltre una settimana non vengono svuotati, odori nauseabondi ed anche i primi topi a far razzia, assieme a piccioni e gabbiani, di tutto quello che trovano per strada. No, non è una favelas sudamericana, ma purtroppo la situazione in cui versa La Spezia. Tutto è iniziato, o meglio è scoppiato perché la causa ha origini lontane, con l'inizio della cassa integrazione per i dipendenti della municipalizzata Acam. Siamo in piena agonia per la super azienda spezzina in cui venivano salvati i vari ex pubblici amministratori rimasti senza poltrone al termine delle varie tornate elettorali.
Oggi il debito della municipalizzata tuttofare è enorme, difficile anche fare una stima realistica, così a pagarne il prezzo sono i cittadini che, con gran parte dei dipendenti sotto cassa integrazione, vedono ridursi i servizi, ma non le bollette.
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