(...) nell'accogliere la denuncia di Vinai e disporre il rinvio a giudizio di Farinella per diffamazione aggravata. Processo fissato per il prossimo 12 novembre.
Tanto per dire, sul blog del periodico Micromega, all'indomani delle elezioni amministrative in cui il vicepresidente della Fondazione Carige e segretario generale di Anci Liguria aveva ottenuto il 12,7 per cento dei voti, si poteva leggere: «Si toglie dai piedi Vinai, espressione della corruzione ligure Pdl-Scajola, in base al noto principio politico tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino». E in un passaggio successivo: «Berlusconi se la spassa tra donnine russe e vodka nella dacia del suo amichetto». Ancora, lanciando l'anatema di tanta fede, ma poca speranza e carità: «Mi auguro che questo mondo scompaia per sempre e con esso Vinai che lo rappresenta». Mica s'era fermato qui, don Paolo, 66 anni, del resto non nuovo a lanciare le crociate anti-Cav, forte del fatto che mai le gerarchie ecclesiastiche locali e nazionali l'hanno richiamato all'ordine o soltanto invitato a trascurare la politica per dedicarsi esclusivamente al ministero sacerdotale.
Altri passaggi significativi, degni della più incondizionata solidarietà cristiana di don Paolo, erano stati pubblicati su un quotidiano locale: «Enrico Musso se vuole recuperare qualche punto percentuale deve accettare i voti di Scajola, Vinai e chissà chi altri, cioè di tutti quelli che fanno parte integrata e strutturale della corruzione e della politica malavitosa».
Insomma, per Vinai la misura era più che colma. L'ex candidato sindaco, assistito dall'avvocato Mario David Mascia, s'è deciso, non certo a cuor leggero, a sporgere regolare denuncia. Però non tutto, subito, è filato liscio nell'iter giudiziario: il prete è stato sì indagato complessivamente per cinque articoli pubblicati su internet, tra maggio e giugno 2012, nei quali esprimeva pesanti giudizi personali sulla coerenza etica e religiosa di Vinai, ma in un primo momento, il pm aveva chiesto l'archiviazione. Solo in seguito il giudice delle indagini preliminari ha accolto l'opposizione dell'avvocato Mascia. Fra l'altro, sulla base di queste considerazioni: gli articoli del parroco avevano «trasmodato palesemente il diritto di critica politica», in quanto, «in modo del tutto gratuito, tra l'altro in un momento temporale in cui Vinai era uscito dalla contesa elettorale, viene fatto oggetto di accuse infamanti che coinvolgono prima di tutto la sua integrità morale e che ben poco hanno a che vedere con la sua attività politica». Di conseguenza, anche gli articoli contestati che erano usciti in rete a firma Farinella sono stati sottoposti a sequestro preventivo, tramite l'oscuramento delle pagine web.
A questo punto, Vinai fa sapere di rimettersi con assoluta fiducia al giudizio della magistratura - «I processi vanno celebrati in tribunale e io nella magistratura ci credo, per me è un valore costituzionale» -, ma intanto lascia capire che «se don Farinella si pente», lui è disposto anche a perdonare. Porgere l'altra guancia, invece, sembra un po' più difficile da concedere.
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