(...) Che però non figurerà, come invece confidava una moltitudine di italiani, in nessuna delle schede sottoposte agli elettori. Il mistero cerca di spiegarlo il segretario nazionale Bruno De Vita, in un lungo comunicato, ispirato comunque - c'è da giurarci - dall'indimenticato e indimenticabile (tuttora vivo e vegeto) Giacomo Bertone. Quest'ultimo, leader storico del Partito dei Pensionati che, ai tempi d'oro per gli anni d'argento, annoverava nelle proprie file e riusciva anche a fare eleggere nelle Regioni e al Parlamento europeo giovani virgulti ben lontani dal collocamento in quiescenza, ha profuso notevoli energie nel nuovo soggetto politico a tutela dei consumatori. Tutto questo, in particolare dopo il dissolvimento dei suoi «Pensionati» o, per meglio dire, della corrente del partito che ha rotto traumaticamente i ponti con l'altro leader storico Carlo Fatuzzo.
Adesso Bertone rappresenta, in qualche modo - e nessuno se ne abbia a male -, l'«uomo forte», autorevole e ascoltato dell'Unione Consumatori, e come tale ha intessuto trame palesi e riservate con il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e del suo guru Gianroberto Casaleggio in vista di una possibile intesa elettorale. Trame che, però, malauguratamente, non hanno avuto l'esito sperato: pare che Grillo e il suo mentore abbiano, neanche troppo cortesemente, rifiutato l'apporto dei «consumatori» e tanto meno dei «pensionati» di Bertone e De Vita - magari, chissà, gli stessi Bertone e De Vita -, da inserire nelle liste M5s in posizione «blindata» per la Camera e il Senato.
Non è rimasto altro, all'Unione Consumatori, che far buon viso a cattivo gioco. Ma dalla mente vulcanica del tandem Bertone-De Vita, più Bertone che De Vita, è scaturita un'altra idea geniale, che è quella spiegata nel comunicato appena diffuso al colto e all'inclita: «Constatata ulteriormente l'impossibilità della convivenza delle nostre proposte con le varie coalizioni - è scritto nella nota -, ci siamo trovati di fronte ad un'alternativa secca: o presentare proprie liste, che certamente avrebbero dato in minimo di visibilità al nostro simbolo, ma che si sarebbero collocate, oggettivamente, sullo stesso bacino elettorale del Movimento 5 Stelle, e quindi anche con un probabile scarso successo; oppure privilegiare l'interesse al nostro primario obiettivo di un segno di discontinuità e dare indicazione di voto per il Movimento 5 Stelle, riconoscendo ad esso un ruolo politico positivo che indubbiamente ha. Fra le due - è la conclusione originale -, abbiamo scelto che l'Unione Democratica per i Consumatori dia indicazione di voto e contribuisca al successo più ampio possibile del Movimento 5 Stelle». È chiaro che, con questo viatico, Grillo e il Movimento le 5 Stelle hanno la vittoria in tasca. Non è un caso che il comico prestato alla politica, a questo punto sicurissimo della vittoria, abbia immediatamente rinunciato all'inutile intervista su Sky.
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