«Io, comunista, dico sì a Gronda e Tav»

Sinistra per l'ennesima volta spaccata sulle infrastrutture, con Sel, riunita ieri in assemblea provinciale, che boccia e riboccia senza appello la Gronda, ma poi - testuale - non giudica il fatto «determinante o di pregiudizio per il prosieguo della maggioranza di governo cittadino». Tutt'altro avviso da parte di un altro comunista «storico», nel senso di lunga militanza, ma di più acuta lungimiranza: Tirreno Bianchi - console della Compagnia portuale Pietro Chiesa, (i «carbunin»), già consigliere comunale del Partito dei comunisti italiani da cui si è staccato un paio d'anni fa - dice sì alla realizzazione delle grandi opere ferroviarie e stradali, fondamentali per la Liguria e l'intero Nord Ovest. E ne motiva in profondità il convincimento.
Allora, Bianchi, le infrastrutture ci vogliono?
«Eccome! Personalmente, ho solo qualche perplessità sul Corridoio 5, il percorso della Tav».
Allora fa subito dietro front?
«Per niente. Le perplessità derivano dal fatto che si continua con l'equivoco alta velocità-alta capacità. Della prima mi pare che non ci sia molto bisogno, della seconda, invece, si deve parlare ed essere molto chiari».
Vuol dire che chi è favorevole alla linea, finora, molto chiaro non è stato?
«Proprio così. All'opinione pubblica, in particolare ai cittadini delle località interessate al passaggio, non si è spiegato bene di cosa si tratta e, soprattutto, quali siano i vantaggi. Ci voleva, fin da subito, più serietà a raccontare e comunicare l'opera».
I vantaggi ci sarebbero?
«Senza dubbio. Il nuovo tratto ferroviario darà uno sfogo fondamentale ai traffici di merci, ed anche ai flussi turistici. Ma dobbiamo ragionare in un'ottica di sistema logistico integrato, se vogliamo capirne l'utilità».
È un discorso che riguarda anche il Terzo valico.
«Infatti. Per entrare e uscire dal porto, come per entrare e uscire da certe valli, per evitare gli imbuti che sono destinati immancabilmente a moltiplicarsi nei prossimi anni, non c'è altro mezzo che razionalizzare le vie di comunicazione. Mica possiamo usare l'elicottero o il deltaplano!».
Non tutti lo capiscono. A sinistra, specialmente.
«Io parlo in prima persona. E ribadisco la mia opinione, che deriva, credo, da un po' di anni di esperienza. Però insisto: ci vuole una logica di sistema. Altrimenti, è chiaro che i camion sono ancora più convenienti della ferrovia».
In futuro, invece...
«È questo il punto. Finora il trasporto su gomma, alle condizioni di mercato e tenuto conto dei fattori contingenti, è competitivo. Ma entro quattro, cinque anni, a maggior ragione più in là, se vogliamo crescere dobbiamo avere le strutture necessarie inserite in un disegno strategico. Quello che avevano i progettisti di oltre un secolo fa».
A tanto risale l'esigenza, ed è ancora attuale.
«Basta citare l'ingegner Navone, fine Ottocento: vedeva meglio lui di quelli di oggi».
Qualcuno dice che il Terzo valico servirebbe praticamente solo al porto di Genova.
«Storie! Una volta costruita la piattaforma Maersk a Vado, ma anche riguardo ai traffici del porto della Spezia, dove sarebbero indirizzate le merci, dove passerebbero i treni? Non scherziamo».
E la Gronda, allora?
«Discorso analogo. Se inserita in una logica di sistema, ci vuole. Dobbiamo fare un ragionamento sul traffico di transito. Il traffico Est Ovest, dal corridoio tirrenico, ma anche quello Nord Sud, convergerà sempre più sulla Liguria. Che, senza la Gronda, rischia di restare soffocata. In ogni caso, bisogna risolvere il problema del declassamento o della defiscalizzazione del tratto autostradale».
Con tutti questi problemi, lei crede che le infrastrutture un giorno si faranno?
«Resto ottimista.

Certo che ai politici manca un bel po' di cultura del fare. Va be' che mancano i soldi, ma ci vorrebbero intanto meno convegni e congressi e più fatti. Anche per spiegare bene e onestamente alla gente le cose come stanno».

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