L'arresto di Orsi potrebbe «liberare» Ansaldo Energia

L'amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, agli arresti, la holding pubblica nella bufera, con tutto quello che comporta, anche per le società controllate, sul presente e il futuro dell'economia ligure e nazionale. C'è chi, come Silvio Berlusconi, ne trae pessimi auspici: «Un'azione suicida della magistratura per la nostra economia». Ma c'è anche chi la prende bene, anzi benissimo. Come la Cgil: «Si allontana l'idea di vendere le aziende nell'immediato o avviare accordi mortali con nuovi partner». È trasversale, insomma, anche nel giudizio di politici e sindacati, il ventaglio di pareri che si sviluppa immediatamente dopo la notizia della misura cautelare nei confronti di Orsi per corruzione internazionale nell'ambito dell'inchiesta per la vendita di elicotteri all'India.
Un'iniziativa della magistratura che, al di là di sentenze anticipate e intempestivi, suscita particolare clamore a Genova, per via della più volte conclamata volontà di Orsi di procedere alla vendita di Ansaldo Energia, fiore all'occhiello della holding pubblica e, come tale, appetita da gruppi industriali stranieri e nazionali.
Anche di recente, del resto, avevano sollevato a dir poco perplessità, specialmente negli ambienti sindacali genovesi, le intenzioni «ultimative» attribuite al potente manager di Stato, preferito a suo tempo per la poltrona d'oro di Finmeccanica allo stesso numero uno di Ansaldo Energia, attuale presidente di Confindustria Genova, Giuseppe Zampini. Secondo numerosi osservatori, Orsi avrebbe spinto decisamente «nei palazzi che contano» per formalizzare la cessione della controllata di via Nicola Lorenzi, a Cornigliano, prima delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. Un modo - era stato detto nell'occasione - per forzare la mano, ma soprattutto per non rischiare che un nuovo Governo e una nuova maggioranza fossero in grado di stoppare o addirittura far fallire definitivamente il disegno di vendita di Ansaldo Energia, con tutte le implicazioni del caso sulla salvaguardia dei posti di lavoro e la convenienza economica a dismettere un asset in ottima salute nel panorama industriale nazionale. Magari - anche questo era e rimane il rischio - «svendendo» ai diretti competitori tedeschi della Siemens.
Anche per questo, il coordinatore regionale ligure della Fiom Cgil, Antonio Caminito, ora chiede di bloccare qualsiasi ipotesi di vendita delle aziende liguri del gruppo e di azzerare l'attuale Cda: «L'ingegner Orsi aveva deciso la vendita di Ansaldo Energia e di Sts, nonché l'accorpamento delle tre grandi aziende dell'Elettronica e della Difesa. In tutto questo la Liguria paga da sempre i prezzi più alti: 7.100 dipendenti Finmeccanica nel 2004, 5.400 a dicembre 2012, chiuse e annegate in Selex ES, le vecchie sedi genovesi di Elsag e di Selex Comms (ex Marconi Comms)».
A chiamare in causa il Governo è Claudio Nicolini, segretario generale Fim Cisl Genova: «A noi non interessa preservare i destini dei gruppi dirigenti, ci interessa esclusivamente tutelare il patrimonio industriale e i 75mila lavoratori di questo grande gruppo italiano. Ci auguriamo che il nuovo Governo apra da subito un dossier sulla governance di Finmeccanica, in modo da occuparsi più dei successi industriali e tecnologici che della cronaca giudiziaria». Rincara la dose Antonio Graniero, segretario generale Cisl Genova: «L'esecutivo a suo tempo non aveva voluto prendere posizione e rimuovere un management già indagato. Ad ottobre scorso la Cisl Genova e Liguria aveva dichiarato che un piano straordinario di cessione come quello prospettato per Finmeccanica non poteva essere affrontato da questo gruppo dirigente».
Interviene intanto il presidente della Regione, Claudio Burlando, che si domanda su Twitter riferendosi alla lettera scritta nelle scorse settimane a Mario Monti per difendere il futuro dell'aziende liguri di Finmeccanica messe in vendita, Ansaldo Energia, Ansaldo Breda e Ansaldo Sts: «Ma qualche volta la politica riuscirà a fare qualcosa “prima“ della magistratura? Sarebbe interessante se almeno ora rispondesse alla mia lettera».
Invece, secondo Raffaella Della Bianca (Riformisti Italiani) «l'arresto del Presidente di Finmeccanica pone un grave punto interrogativo sul ruolo che Finmeccanica ha nel nostro Sistema Paese. La politica italiana deve intervenire su chi cerca di sabotare un sistema industriale che rischia di lasciare l'Italia senza le sue maggiori risorse per competere nel mondo globale. A pochi giorni dalla conclusione della campagna elettorale - conclude Della Bianca - i temi per ora assenti della politica industriale diventino centrali nell'intesse del Paese».
Infine, per il Pd ligure, l'evoluzione degli eventi rappresenta «un quadro preoccupante per l'operatività di uno dei più grandi gruppi industriali del Paese.

Non sfugge a nessuno come garantire l'operatività dell'azienda sia oggi un obiettivo primario. In questo quadro diventerebbe ancor più incomprensibile compiere atti, anche interlocutori, finalizzati alla cessione di attività del gruppo prima dell'insediamento del nuovo Governo».

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