Piccole imprese strozzate dalla crisi

Non si intravede la ripresa, al massimo si è attenuato il pessimismo: è questa, in estrema sintesi, la situazione economica della Liguria «fotografata» dalla consueta e rigorosa analisi congiunturale della Banca d'Italia, presentata ieri da Letizia Radoni, direttore della sede regionale dell'istituto, e dall'analista Enrico Beretta. Puntuale, quest'ultimo, nell'evitare i facili luoghi comuni del «pessimismo della ragione o dell'ottimismo della volontà», per limitarsi invece - tutt'altro che un limite, in realtà, di questi tempi! - ad elencare cifre e dati statistici, e soprattutto a interpretarli nella giusta luce, inquadrati nello scenario nazionale ed europeo. Ne scaturisce un quadro di «marcata difficoltà, in cui non ci sono, né d'altronde ci potrebbero essere, buone notizie, soprattutto dall'economia reale». A sottolinearlo è stata, innanzi tutto, Letizia Radoni (appena insignita del riconoscimento di «Donna dell'anno» da un prestigioso parterre di imprenditori), «anche se in Liguria, almeno in alcuni settori importanti, si riscontrano dati meno negativi rispetto al resto del Paese». «Un minimo di conforto - aggiunge Beretta - viene dalla previsione di ordini delle imprese nei prossimi 6 mesi, dove si equivalgono quelli che dicono che andrà peggio, meglio o allo stesso modo. C'è meno pessimismo, insomma». È sufficiente per individuare se non una luce piena in fondo al tunnel, almeno una beneaugurante fiammella...
«Fatturato, ordini e investimenti non sono positivi - precisa, comunque, il direttore della sede di Bankitalia -. A soffrire di più sono le piccole imprese, e le difficoltà sono maggiori nelle costruzioni. Inoltre, cala ancora l'occupazione, in misura più sensibile rispetto alla media nazionale e dell'area Nord Ovest. Meglio va a livello regionale rispetto al resto dell'Italia per quanto riguarda il credito: ha cessato di crescere nei confronti delle imprese, ma in misura inferiore», anche se «le banche hanno più problemi a rientrare dai prestiti concessi». La situazione di crisi, poi, non ha favorito la crescita dei finanziamenti alle famiglie che hanno subito una «frenata» in Liguria nei primi sei mesi del 2012, soprattutto per il rallentamento della domanda di mutui per l'acquisto di abitazioni. Dolenti note anche dal versante posti di lavoro: nei primi 6 mesi di quest'anno gli occupati in Liguria si sono ridotti del 3 per cento su base annua in misura superiore alla media del Paese e del Nord Ovest. La flessione maggiore è concentrata nell'industria e nelle costruzioni. Il tasso di disoccupazione è aumentato di 2,9 punti portandosi all'8,4 per cento, valore superiore alla media del Nord Ovest. Nei primi 9 mesi anche le ore di Cassa integrazione sono ulteriormente cresciute del 12,4 per cento. Per la Banca d'Italia, è questo l'indice di maggiore preoccupazione: «La Cassa è cresciuta in modo molto rilevante - conclude Beretta -.

Auspichiamo, peraltro, che se ci sarà una ripresa del ciclo economico internazionale e nazionale anche la Liguria nei prossimi mesi possa beneficiarne». Basta questo, al momento, non tanto per accontentarsi, quanto per rimboccarsi le maniche e trovare lo spunto per risalire.

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