Primarie, la Liguria si scopre molto più «rossa» dell'Emilia

(...) a La Spezia lanciano, seppur di poco, oltre la soglia del 50 per cento dei consensi. Nettamente staccati il principale competitore, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, fermo al 32,1 per cento, e il governatore della Puglia Nichi Vendola, arenato al 14,4. Ininfluenti, come previsto, gli altri candidati di bandiera, Laura Puppato e Bruno Tabacci. Nel capoluogo, Bersani ha ottenuto appena un po' meno del doppio dei voti di Renzi, che si è «difeso» conquistando unicamente i quartieri di Portoria, Carignano e Albaro. Tutto il resto della città è andato all'attuale segretario nazionale del Pd, mentre Vendola ha solo sfiorato il ribaltone nel centro storico. Come dire: la Liguria ortodossa, schierata a sinistra, non tradisce. Passano gli anni e i politici, cambiano, anche profondamente, gli scenari e le condizioni, ma i «conservatori de noantri» restano inossidabili, coerenti fino all'immobilismo che più immobile non si può. Alle primarie di domenica, la Liguria ha superato persino l'Emilia, conquistando il primato di regione più bersaniana del Nord.
Esultano i supporter pro-Bersani della prima ora, ma anche quelli della seconda, come il sindaco Marco Doria, che pure ha votato, dice lui, per Vendola. «Il mio giudizio sulle primarie - dichiara fra l'altro il primo cittadino di Genova - è estremamente positivo per la grande partecipazione al voto. Il centrosinistra deve avere una identità forte e una politica orientata allo sviluppo dell'economia nazionale, dell'occupazione, della formazione, alla giustizia sociale e alla tutela del welfare. Tenendo presenti queste esigenze, che mi hanno indotto a votare Vendola al primo turno - conclude Doria - ritengo che, nella scelta del ballottaggio, il candidato che possa meglio interpretarle sia Pier Luigi Bersani».
Anche il presidente della Regione Claudio Burlando è felice e contento. Anzi, si lascia trascinare dall'entusiasmo: «Il significato delle primarie di ieri è di portata storica - declama -, e va molto al di là del risultato ottenuto dai singoli concorrenti». E siamo solo all'inizio dell'elegia: «Per capire la grandezza della pagina di ieri - aggiunge Burlando - bisogna pensare da dove si era partiti. Non dimentichiamo che c'era chi parlava di “vaffa... day“, non so se mi spiego. Invece si sono viste milioni di persone al voto». Sul carro del vincitore (possibile, probabile forse, ma non ancora sicuro) sale anche il Psi, secondo cui «Bersani stravince in Liguria anche grazie al sostegno dei socialisti». Lo sostiene il segretario regionale del partito Maurizio Viaggi. Che arringa, concedendosi anche qualche licenza grammaticale: «Le primarie sono state volute da Bersani e di questo ne va il totale merito. È innegabile riconoscere l'importante apporto del Psi al suo successo».
Condividono l'euforia anche i bersaniani-doc. Come Michele Boffa, vicepresidente del consiglio regionale ed esponente del Pd savonese. Della serie: «C'ero anch'io, mi raccomando, sappiatelo». Ma le sue parole sono intinte nel curaro per gli avversari interni: «Ho votato Bersani e spero che il segretario si affermi nettamente. Quindi, se vogliono dargli una mano, invito D'Alema, Bindi e loro simili a fare silenzio». In qualche modo si allinea all'esaltazione collettiva il vicecoordinatore provinciale del Pdl della Spezia, l'ex assessore regionale Giacomo Gatti. Che parla alla nuora perché suocera intenda: «Le primarie del centrosinistra sono state una bella pagina di democrazia che fa bene non solo alla sinistra, ma a tutto il Paese - sottolinea Gatti -. Per questo dico no all'annullamento delle primarie del centrodestra».

«Assist» bipartisan, dunque, quelli di Boffa e Gatti, a Bersani in vista del secondo turno. E in fondo, anche in questo la Liguria si conferma unica: ai «nemici» si fanno i complimenti, ma con gli «amici», vuoi mettere una bella lite!

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