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Samp, meglio di così proprio non si poteva Ora carica ai play off

Samp, meglio di così proprio non si poteva Ora carica ai play off

di Piero Sessarego

Di più e di meglio, questa Sampdoria non avrebbe potuto augurarsi. Nel giro di poche ore, per Iachini e discepoli, sancita l'agognata partecipazione ai play off e Pescara fuori dai piedi nella scia del Torino. Parliamoci chiaro: a prescindere dalla lezione testè impartita da Zemanlandia sul prato del liceo calcistico di Marassi, se l'intera élite di serie A ambisce a rubare i gioielli (Verratti, Insigne, Immobile, Caprari, Anania, Bocchetti, Capuano, Cascione) al piccolo Barca del miglior allenatore italiano («Unico e inimitabile, Zeman è il calcio», parola di Totti), significa che mercoledì 30 maggio e sabato 2 giugno, nel doppio match che varrà l'accesso alla doppia finale dei play off, sarà molto meglio vedersela con Sassuolo o Verona.
A questo proposito, ormai conta poco o niente arrivare quinti o sesti, sicché guai se sabato sera (ore 18.00) a Varese, a chiusura della «regular season», Iachini mettesse a repentaglio le forze migliori. Tra i pali deve giocare Romero, un po' per non umiliarlo in prospettiva blucerchiata futura, dopo i clamorosi errori commessi sui due primi gol del Pescara, e soprattutto per evitare rischi a Da Costa che dovrà difendere la porta sampdoriana ai play off. In difesa bisogna scongiurare pericoli sia al ginocchio sinistro di capitan Gastaldello sia alla diffida di Rossini, e dunque via con la difesa Rispoli-Volta-Costa-Laczko. A centrocampo, Obiang deve leccarsi le ferite, Renan è al limite e Munari alla canna del gas, mentre Foggia e Don Juan vanno preservati: e allora sotto con la linea «a 4» Berardi-Soriano-Krsticic-Semioli. Davanti, guai rischiare i flessori destri di Eder e il diffidato Pozzi: sicché, spazio alla coppia Pellè-Fornaroli. Il tutto - aggiungo -, dopo i 41 punti conquistati nelle prime 20 partite del girone di ritorno, sontuosa la media gara di 2,05, può anche servire da cortina fumogena, tanto per non tralasciare il benché minimo dettaglio in chiave play off.
Poi, quando conosceremo i verdetti della giustizia sportiva relativi all'ennesimo vomitevole calcio-scandalo, segnatamente in ordine agli eventuali pericoli provenienti non tanto da Novara quanto da Bari, vedremo quale sarà il futuro a breve termine del club blucerchiato. Ribadendo peraltro che non v'è dubbio che per il futuro blucerchiato a medio-lungo termine i Garrone abbiano nuovamente imboccato la strada giusta con un corposo «largo ai giovani» - già una decina, di valore medio-alto, a casa madre - e una riuscitissima operazione simpatia andata in scena con le genuine rimpatriate dei «figliol prodighi» Francesco Flachi e Antonio Cassano (che se gli togliessero Ibra vorrebbe tornare a finir qui la carriera) e l'epifania di Roberto Mancini in compagnia di Attilio Lombardo e Moreno Mannini, vessilliferi delle eccellenze tecniche della Sampd'Oro e dintorni. Ciò che mi disturba, piuttosto, è la circostanza che da Novara il direttore sportivo Pasquale Sensibile si sia portato appresso Cristian Bertani. Se infatti non si fosse accorto del suo debole per le scommesse - vietate ai tesserati, ancorché legali - non sarebbe un buon segno; se per contro se ne fosse accorto sarebbe peggio.

Concordo con Garrone quando dice: «Noi evitiamo per principio qualunque scorciatoia, ma non possiamo mettere la mano sul fuoco per tutti coloro che ci circondano». Però gli dico: se il calcio è «anche» questo, d'ora in poi estremizzare la vigilanza preventiva sarà il primo compito che il Club dovrà prendere di petto.

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