Staglieno, com'è difficile visitare i defunti

Delle due cose l'una: o si decide che la tutela del patrimonio artistico è una priorità e quindi si decide di investire risorse ed energie per la manutenzione e la pulizia ordinarie dei cimiteri. Oppure se questo non si può fare, perché mancano i soldi, allora sarebbe meglio lasciare l'iniziativa ai singoli cittadini che possono intervenire nella cura delle tombe privatamente e con costi inferiori. È il consigliere comunale del Pdl, Stefano Balleari a sollevare la questione del degrado e dello stato di totale incuria in cui è ridotto il cimitero di Staglieno. Ma non solo, nella sua interpellanza urgente al sindaco Marco Doria, Balleari sottopone all'attenzione del primo cittadino anche un'altra questione, non di poco conto.
«Se una persona ha una tomba di famiglia nella parte monumentale di Staglieno e ha bisogno di aggiungervi un loculo - spiega il consigliere - non lo può fare privatamente con il proprio marmista. Ma solo con le imprese convenzionate e accreditata con le belle arti che costano molto di più di quelle normali». Mica finita, perché sempre nella parte monumentale, chi volesse per caso andare a trovare i propri cari per portargli un fiore o un saluto, non può farlo autonomamente. «Un mio amico ha la tomba nella parte più bella di Staglieno, quella ottocentesca, a fianco della venditrice di noccioline - continua Balleari -. Bene, quest'ala è transennata e non ci si può accedere se non accompagnati da operai del Comune perché è pericoloso. Ora, è una situazione assurda, anche perché Staglieno potrebbe avere una valenza turistica essendo uno dei cimiteri più belli d'Europa».
Mica finita, perché nella parte normale per così dire, quella non monumentale, ci sono altre difficoltà. Come quelle che ha incontrato un cittadino, che voleva mettere uno accanto all'altra marito e moglie e aveva pensato di far fare dal proprio marmista una tomba uguale per la consorte con lo stesso marmo di quella già esistente del marito. Possibile? Macché. «Gli hanno detto che doveva farle diverse una dall'altra, perché in quel campo dovevano essere tutte in un determinato tipo di marmo. Assurdo anche questo», incalza il consigliere pidiellino. E Tursi che fa? «Non si riescono ad ottonere risposte...Ora speriamo che accolgano la mia interpellanza. Per la parte monumentale, dicono che sono in programma dei lavori. Ma con il senno del poi, non si fa mai nulla. Se non si spende per fare manutenzione ordinaria, poi quando si deve intervenire, l'intervento è sempre più costoso». Sul degrado del camposanto dove riposa Mazzini, a dire la verità, è già stata fatta una commissione consiliare. «Io ho chiesto come mai non venisse usata la idropulitrice per i marmi - conclude Balleari -. Ci hanno risposto che non si può».

Punto, fine, senza dare ulteriori motivazioni. Come se uno dei patrimoni di questa città che potrebbe essere valorizzato e mostrato ai cittadini e ai turisti come un fiore all'occhiello di Genova, non meritasse nulla di più che essere abbandonato a se stesso.

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