«Ma la gente deve potersi fidare»

«Lasciamoci alle spalle l’idea dell’economia come scienza basata esclusivamente sui numeri. La sua componente psicologica e sociologica è fondamentale. E questa ora va incoraggiata».
Mauro Ferraresi, professore di Sociologia dei consumi presso lo Iulm di Milano, sposa l’idea della necessità di dare stimolo ai consumi in Italia.
«Sì, sulla scia di quanto sta cercando di fare l’amministrazione statunitense. Gli Usa stanno vivendo una condizione molto peggiore; il loro liberismo sfrenato gli si sta rivoltando contro. Però non sono ancora caduti: sono sul baratro, in bilico tra la crisi totale e la ricostruzione».
E come si stanno muovendo?
«Preso atto che la condizione necessaria per uscire dalla recessione è il mantenimento della domanda, il presidente Obama si è reso conto che la via per stimolare i consumi individuali sia quella di iniettare fiducia al tessuto sociale generale».
Come?
«Facendo passare l’idea del “Possiamo farcela, possiamo ripartire dalle nostre radici, che sono solide”. L’ottimismo generale può essere palliativo di situazioni individuali molto difficili. Del resto non c’è alternativa. Se al crollo vero dell’economia finanziaria si affianca quello dei consumi delle famiglie dettato dalla paura, la crisi non avrà fine».
Che cosa devono fare i governi?
«Prendere atto che da questa crisi il consumatore uscirà radicalmente cambiato. Non potrà più essere conquistato con gli stessi strumenti di prima».
Dunque?
«Fare in modo che i consumatori possano fidarsi ancora del mercato. E per fare questo va rifondata la comunicazione: le future proposte di investimento dovranno essere presentate in linguaggio chiaro, abbandonando tecnicismi e diciture astruse.

Il consumatore d’ora in poi pretenderà informazioni e dati chiari e univoci. Se li otterrà, bene, altrimenti, semplicemente, si ritirerà dall’investimento. Dopo questa crisi, nessuno si affiderà più alla cieca a broker o banche».

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