Non ci sono riusciti - almeno per ora! - a ricordare Carlo Giuliani con il cippo in piazza Alimonda, ma sono riusciti a fargli intitolare la Sala dell'Ufficio di Presidenza del Gruppo di Rifondazione Comunista a Palazzo Madama.
La notizia, ormai, è cosa arcinota, ma come rappresentanti della Circoscrizione che ha sofferto direttamene quei tragici giorni, non possiamo tacere tutto lo sdegno per questo fatto.
Sarà anche vero che ogni gruppo parlamentare ha il diritto di apporre la targa commemorativa che vuole, ma se pensiamo a quanto è accaduto, allora, come minimo, suona come una tragica beffa per gli abitanti della Foce che la violenza sovversiva dei no-global l'hanno vissuta sulla loro pelle.
L'intitolazione di una sede istituzionale - è comunque situata a Palazzo Madama - a Carlo Giuliani, non vuole essere la commemorazione di una persona, ma le celebrazione di una tesi falsa e ingannevole, secondo la quale, in quei giorni, nell'eterna lotta fra il bene e il male, i buoni erano i gruppuscoli violenti e sovversivi e i cattivi, invece, i carabinieri e le forze dell'ordine che tentavano di evitare il peggio.
Ancora una volta dobbiamo prendere atto che la Sinistra radicale ed estrema intende riscrivere la storia e la cronaca a proprio uso e consumo, ergendo le proprie convinzioni a verità: e poco importa se, queste tesi, sono in realtà il totale capovolgimento della realtà: a furia di gridarle ai quattro venti potrebbero finire coll'essere credute e diventare, quindi, paradossalmente vere.
Anche se sede di un gruppo parlamentare, la sala è comunque un locale del Senato e, come tale, riveste dignità istituzionale: non può né deve servire per veicolare tesi politiche ad uso e consumo della propaganda di partito.
La politica deve essere la manifestazione pubblica dell'etica e le Istituzioni, da parte loro, dovrebbero contribuire a rafforzare il senso civico dei cittadini: quanto ha fatto Rifondazione Comunista, invece, va nel senso diametralmente opposto a tutto questo e finisce coll'allontanare sempre più i cittadini onesti, democratici e rispettosi della legge e della norme, da un mondo politico percepito sempre più alieno e lontano se non, addirittura, del tutto ostile alla società civile.
La nostra Circoscrizione, la sola di centro-destra della città, percepisce tutto questo come un'ulteriore offesa ad un quartiere che, in quelle giornate violente, ha già duramente pagato la furia devastatrice di coloro che, alle argomentazioni democratiche, mostravano di preferire la violenza incontrollata e la furia devastatrice su case, negozi, auto e quanto altro incontravano sul loro cammino.
In quei terribili giorni, alla Foce la democrazia è stata assassinata ed un intero quartiere è stato messo in ginocchio: la morte di Carlo Giuliani si inserisce in questo contesto, e se è doveroso riconoscere la tragicità di una morte, non possiamo però dimenticare il contesto nel quale è avvenuta. Non possiamo trasformare un estintore in un innocuo messaggio di pace e di concordia. Questo dobbiamo averlo bene in mente.
Quella targa in Senato finisce coll'approfondire ancora di più la ferita del quartiere e, cosa non trascurabile, va nel senso diametralmente opposto a quella ricerca di unità e concordia fra i cittadini che dovrebbe essere, invece, il dovere morale e civico delle Istituzioni.
Ma tutta questa vicenda, ultimo atto di una lunga storia che parte dall'altarino laico di piazza Alimonda dimostra, ancora una volta, la strumentalizzazione messa in atto dalla Sinistra radicale di una vicenda politica e di un dramma familiare: peccato, solamente, che nessuna targa sia stata apposta per ricordare i cittadini e le forze dell'ordine che di quei giorni sono stati le vere vittime! Ma, in fondo lo sappiamo, senso della giustizia e ricerca della verità sono principii estranei ai comunisti.
*An
Vice Presidente
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