Stupenda la polemica su Ernest Renan che ha tenuto occupato le pagine dei giornali del fine settimana. Nel suo piccolo, è la rappresentazione perfetta della cultura italiana e del suo rapporto con la politica. Giorgia Meloni cita Ernest Renan e la sua celebre definizione di nazione. Qualche analfabeta di ritorno (ma anche di andata) corre su Wikipedia a vedere chi sia 'sto Renan, legge, non ci capisce niente e stabilisce che sia un teorico della razza ariana. Farebbe già ridere così. La pattumiera nota come Twitter si agita e lancia accuse tanto demenziali quanto pesanti alla Meloni, vedi che era una nazista, tutta sangue e suolo, cita addirittura Renan. Di male in peggio. Su Repubblica interviene Corrado Augias, noto tuttologo, preparatissimo, coltissimo, una volta a un Festival fiorentino collocò nel Rinascimento la Crociata degli albigesi, sbagliando di qualche secolo, ma cosa vuoi che sia, dettagli. «Destra e sinistra, giù le mani da Renan», tuona Augias che per il resto scrive anche cose molto giuste. Ieri Giorgia Meloni risponde ad Augias su Repubblica, rivendicando Renan come patrimonio della destra conservatrice, e lamentandosi dei superficialoni che vanno a documentarsi sulle enciclopedie on line. E qui arriva lo scatto di reni che trasporta l'intero episodio nel surreale. Augias infatti concorda sul secondo punto e scrive: «Condivido l'idea che le arti non sono nostre o loro ma dell'umanità e che le citazioni non si fanno sbirciando su internet». Correva l'anno 2009. A Corrado Augias bastò una sola pagina su 270 per rovinarsi la reputazione presso chiunque abbia un minimo di rispetto per la cultura. Era uscito Disputa su Dio e dintorni (Mondadori), saggio a quattro mani con Vito Mancuso. Saltò fuori, sul Foglio e su Libero, che le dotte conclusioni di Augias sull'esistenza del Padreterno, affidate alla pagina 246, erano uguali parola per parola all'apertura de La Creazione (Adelphi), opera di Edward O. Wilson, il più noto biologo del XX secolo, considerato l'erede di Charles Darwin. Augias aveva copiato, probabilmente, da internet.
Almeno, lui si giustificò (si fa per dire) così. Ecco dunque il dibattito culturale: una citazione scontata, l'esercito di ignoranti dei social, il giornalista nientologo, e un presidente del Consiglio che gli risponde, invece di tirare dritto.
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