da Los Angeles
Un film inglese del 1973, un remake americano nel '97 con Bruce Willis e Richard Gere, ed ora una miniserie tv, in dieci puntate, che vede protagonista Eddie Redmayne.
Torna il Giorno dello Sciacallo, dal famoso romanzo di Frederick Forsyth, che racconta di un uomo dai mille volti, un professionista insospettabile e silenzioso, celebre per essere assolutamente infallibile nel suo lavoro: lo Sciacallo, killer di professione che ora si ritrova nel mirino dei servizi segreti inglesi nella persona di Bianca (Lashana Lynch), tenace ufficiale dell'MI6. Il racconto della caccia all'uomo che ne seguirà è al centro della nuova serie Sky Original, in onda dall'8 novembre in esclusiva su Sky e in streaming su NOW.
Scritta e adattata dallo showrunner Ronan Bennett, la serie si allontana dal racconto originale - e dal successivo film del '73 - per il fatto che il target dello Sciacallo non è lo statista francese Charles De Gaulle - o nessuna altra figura politica realmente esistita -. Il suo mirino infatti è puntato su un miliardario, una figura di fantasia che ricorda però Elon Musk. «Quando mi è arrivato il copione mi sono reso conto che la serie aveva una sua originalità pur mantenendo le sue radici», dice l'attore inglese premio Oscar per The Danish Girl. Lui d'altronde è quasi un esperto. «Sono cresciuto con Il Giorno dello Sciacallo, i miei genitori avevano il Vhs del film, era uno dei loro preferiti e lo rivedevano spesso. Quel titolo è nel mio Dna». Proprio per questo Redmayne ha avuto qualche perplessità quando gli hanno proposto la parte. «Non volevo fare un pasticcio con un grande classico che amo da quando sono un bambino». Nonostante le remore iniziali però l'attore ha deciso di accollarsi il rischio. «Mi ha fatto decidere la consapevolezza che in passato ho interpretato sempre personaggi molto distanti da me. Lo sciacallo non lo è. Non sto dicendo che sono un assassino internazionale, naturalmente, però questo personaggio è in sostanza un attore, che cambia spessissimo aspetto, linguaggio ed accento, e vive una vita sdoppiata e bipolare». Ad attrarre l'attore di Creature Fantastiche è stata anche la multidimensionalità dei personaggi e del racconto. «Ci sono molti più toni grigi rispetto alle versioni precedenti. Ciò che è intrigante di questa storia è che nel momento in cui pensi di aver capito qual è la moralità di qualcuno, questa cambia. I confini fra bene e male non sono così netti, ci avviciniamo molto di più a quel che succede davvero nella vita reale».
Redmayne ama il grande cinema degli anni Settanta. «Amo i thriller di quella generazione». La serie è stata girata in Ungheria e Croazia, in un periodo lungo otto mesi. Redmayne si è fatto così raggiungere dalla famiglia, dalla moglie Hannah e dai figli Iris e Luke. «Sono venuti in vacanza e la loro vicinanza mi è servita per la storia che stavamo raccontando». La famiglia infatti, per la prima volta, ha un ruolo anche nel racconto dello Sciacallo. Il libro e il film erano focalizzati sulla vita professionale del killer e degli investigatori che cercano di fermarlo. La serie televisiva invece scandaglia anche la vita personale dei personaggi.
Redmayne è uno dei pochi attori che ancora hanno un debole per il mezzo cinematografico rispetto alla serialità televisiva. «Nel mio lavoro preferisco non essere vincolato ad un progetto per troppo tempo». Questa volta però ha fatto un'eccezione. «La passione dei miei genitori per Il Giorno dello Sciacallo ha contribuito, ma non è l'unica ragione.
Il fatto è che la dimensione del progetto è più cinematografica che televisiva e quando ho ricevuto la sceneggiatura dei primi tre episodi ho scoperto che la storia era così avvincente da non riuscire a staccarmene. Credo che, come me, anche il pubblico resterà incollato al racconto sino alla fine».
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