«Giovanna d’Arco» tra fede e amore

Viviana Persiani

«Fin da quando ero bambino, la figura di Giovanna d'Arco mi ha sempre affascinato e incuriosito; non a caso, non mi persi il film di Bergman, leggendo e rileggendo quella storia interessante e magica, senza trascurare la versione cinematografica più moderna firmata da Luc Besson». Michele Paulicelli, dopo aver indovinato le suggestive musiche che accompagnano le avventure eroiche della Pulzella d’Orléans, protagonista del musical «Giovanna d’Arco» in scena oggi al Teatro del Vittoriale, racconta lo stile di questa messinscena prodotta da Faustini Promotion. «Lo spettacolo, ideato e creato da Piero Castellacci e firmato da Ugo Gregoretti - racconta Paulicelli - non si presenta come mera rievocazione storica, bensì è la messinscena di un universo di emozioni, di un cocktail di amore, di fede e di dolore nel contempo». In che senso? «Conoscendo la vicenda, non abbiamo voluto infierire contro la Chiesa che, comunque, ha chiesto scusa per aver condannato l’eroina guidata solo dall’amore per la sua gente e per il suo Dio; l’attenzione è stata incentrata proprio attorno alla fede, forza universale che smuove qualsiasi cosa».
Quindi è uno spettacolo religioso?
«Per me, aver lavorato a questa messinscena, è stato un proseguimento naturale del mio percorso artistico che si sta svolgendo attorno a figure religiose. La scorsa stagione, infatti, io e Castellacci abbiamo presentato al Teatro Nazionale Forza venite gente, senza dimenticare Madre Teresa. Giovanna d'Arco, omaggio alla Pulzella d’Orléans che ha suscitato tante emozioni, eroina controversa, è dipinta da un punto di vista laico. Certo, non vi sono dissacrazioni, ma non si tratta nemmeno di uno spettacolo bigotto».
Siete stati influenzati dall’ultima versione cinematografica di Besson?
«Ugo Gregoretti si è attenuto ad uno stile differente. Se Besson si è avvalso di effetti speciali, il regista ha offerto una versione di Giovanna d'Arco più minimalista ed essenziale».
Per quanto riguarda le scelte musicali?
«Si tratta di musiche originali e ho scelto uno stile pop contaminato da rinascimentale».
Chi sono i protagonisti?
«La brava Miriam Mesturino veste i panni di Giovanna.

Per questo ruolo occorreva una attrice preparata, con una certa esperienza e la scelta è caduta su questa artista eclettica e di pregevoli doti. Anch'io sono sulla scena nei panni di un giullare d'epoca che, pur fuori dalla vicenda, riveste il ruolo del narratore».

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