«Gossip Girl», sesso e spinelli sbancano l’Auditel americano

I segreti scottanti di un liceo: ascolti altissimi ma la critica si divide

da New York

Le quattro protagoniste di Sex and the City hanno abbandonato da tempo il prime time per riapparire, nel 2008, in una attesissima versione cinematografica, lasciando il pubblico televisivo americano a corto di erotismo newyorchesi, di sesso e di ragazze in cerca di peccati. Ma adesso arriva Gossip Girl, un serial tratto dai romanzi di Cecil Von Ziegersar, che nei suoi tomi aveva descritto i retroscena del mondo delle liceali di una scuola privata nella miliardaria Upper East Side newyorchese con lo stesso cinismo con cui Candice Bushnell aveva psicanalizzato le ragazze single della città del peccati.
Come in Sex and the City anche in questo nuova serie a puntate (che ha debuttato mercoledì sera con un altissimo indice d'ascolto) c'è una voce fuori campo, che commenta: è quella, appunto, di Gossip Girl, che cosparge il suo blog di tutti i segreti del liceo, a partire dal ritorno della bella e ricchissima Serena Van der Woodsen. Costei se n'era andata per un anno a studiare in un collegio nelle campagne del Connecticut, senza dire nemmeno ciao alla sua amica del cuore, Blair Waldorf, che adesso la odia. Intorno alla loro rivalità si aggirano liceali che bevono Martini, che fumano spinelli, che fanno sesso a gogò e che usano la carta di credito del papà come se fosse carta igienica.
Se il mondo dei wasp americani, dei ricchi anglosassoni discendenti dal Mayflower, perde sempre più potere in un'America che anche politicamente si mescola di neri, ispanici e immigrazione asiatica, la curiosità per queste vite del mondo dell’old money, vissute nelle palazzine di Park Avenue, ai piani alti di Wall Street e nei licei privati della Quinta Strada come quello di Gossip Girl, è ancora altissima. Basti pensare a quanti rotocalchi fa vendere ogni settimana Paris Hilton, la starlette erede della catena alberghiera.
«Non hai mai la sensazione che le nostre vite siano già state pianificate? Che non abbiamo diritto a scegliere, a essere felici?» domanda nella prima puntata Nate Archibald, il fidanzato di Blair al suo amico Chuck, crudele e senza remore, che, spinello in mano, risponde: «Ascoltami, Socrate. Abbiamo diritto ai miliardi dell'eredità, alla casa degli Hampton, agli anti depressivi. Ma la felicità nella lista non c'è mai stata».
Tra i critici c'è già chi si è appassionato a Gossip Girl e chi invece lo detesta. Il Los Angeles Times ha applaudito il glamour di questi liceali allo sbando: «Se Salinger e Jackie Collins avessero fatto un figlio, probabilmente avrebbe scritto Gossip Girl». Il Washington Post ha ammirato il piacere proibito di questo pruriginoso serial per tutte le età. Il Daily News ha già pubblicato due pagine sul guardaroba delle protagoniste, che spazia da Valentino a Ralph Lauren a Jean Paul Gaultier.


Il New York Times ha sottolineato, con sottile ironia, la mancanza di sigarette nelle mani di questi liceali che in compenso si ubriacano, fanno sesso e fumano spinelli, ma poi si è addolcito: «Gossip Girl non vuole dare lezioni morale, ma del resto non l'aveva fatto nemmeno i fratelli Grimm in Hänsel e Gretel, se non fosse stato per il fatto che troppi dolci possono far male».

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