È ancora l’Expo della discordia. Il governatore Roberto Formigoni chiede a Comune e Provincia di accelerare sulla costituzione della società incaricata di acquistare le aree di Rho-Pero dove dovranno sorgere i padiglioni e Palazzo Isimbardi è pronto alla replica. «In certe cose la fretta è cattiva consigliera», ha spiegato ieri il presidente Guido Podestà a margine dell’alzabandiera per il 2 giugno in piazza Duomo. Anche perché in ballo ci sono parecchi soldi e i tagli della manovra finanziaria non consentono svarioni. Un’altra polemica in vista? Podestà assicura che «Comune e Provincia faranno come sempre la loro parte». Anche se a tirare il gruppo oggi è il Pirellone. «La Regione - aggiunge Podestà - si è assunta per sua scelta la responsabilità di studiare le modalità giuridiche e finanziarie». Condizioni e termini per la partecipazione che dovrebbe essere paritaria per i tre palazzi, ma soprattutto la leva finanziaria che prevede la partecipazione delle banche con mutui concessi sulla base dei terreni diventati garanzia per ottenere i prestiti. «Condividiamo gli obiettivi - la risposta indiretta di Podestà a Formigoni - Aspettiamo che il tavolo di lavoro al quale partecipano Regione, Provincia e Comune dia il risultato finale». I tempi? Almeno «qualche settimana perché si definiscano gli aspetti giuridici e finanziari». Il timore di ritardi che non farebbero piacere al Bie? «Tutte le altre cose di Expo vanno avanti parallelamente - minimizza Podestà - Non dobbiamo pensare che questo determini lo stop». L’agenda e i termini della formula finanziaria? «Vogliamo sapere bene - sottolinea - cosa dobbiamo mettere in delibera. Poi andremo in giunta a chiedere il mandato per l’opposizione».
Ieri, intanto, all’Expo di Shanghai era il «giorno dell’Italia». Preso d’assalto il padiglione, visitato anche dalla delegazione guidata dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e dai vertici di Confindustria e Abi con oltre 400 imprenditori. All’interno anche lo stand per il lancio dell’edizione milanese del 2015 con tre colonne di schermi a cristalli liquidi con immagini di Milano, del sindaco Letizia Moratti e dell’ad Lucio Stanca. «Credo che l’Expo di Milano - le parole di Sacconi - segnerà un’ulteriore evoluzione delle manifestazioni espositive. Già questa a Shanghai segna un passaggio molto rilevante, ma andiamo sempre più verso esposizioni dell’immateriale e quindi l’Expo di Milano segnerà il suo tempo. Non solo. Milano avrà la capacità di segnare quel tempo e anche di prefigurare il futuro».
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