L'estate è entrata nel suo vivo e così anche gli sbarchi di migranti si sono intensificati. Le partenze dal nord Africa, che sono sempre state numericamente importanti in questo periodo, godono del booster della stretta della Tunisia, che ha avviato una nuova politica dopo gli scontri di Sfax. Gli allontanamenti dei subsahariani da parte delle forze dell'ordine hanno come effetto la corsa all'imbarco da parte di chi vuol tentare lo sbarco in Italia. Il governo italiano sta lavorando di concerto con i Paesi del nord Africa, in particolare Libia e Tunisia, per trovare una strada che blocchi le partenze degli irregolari, agevolando i corridoi legali per un numero definito di persone. Una strategia che mira a ridurre le morti in mare e, contemporaneamente, aumentare i controlli sugli ingressi.
Da quando è ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi ha iniziato a lavorare a un sistema capace di attuare un controllo, che si sta affinando con i rapporti che Giorgia Meloni sta costruendo, insieme all'Unione europea, in nord Africa. In campagna elettorale, Fratelli d'Italia ha spinto sul blocco navale che, come spiegato in più occasioni anche dal premier, non va inteso come una "diga" fisica davanti alle coste italiane ma come concetto, intendendo un sistema capace di impedire le partenze. "Il blocco navale? Lo facciamo attraverso gli accordi come quelli con la Libia e la Tunisia, rafforzando - anche sulla base di progetti europei - la loro capacità di rafforzare il controllo delle proprie coste ed evitare le partenze", ha spiegato il ministro, intervenendo alla quarta edizione di "Piazza Italia", organizzata dal coordinamento romano di Fratelli d'Italia.
È in quest'ottica si inserisce, come ha ricordato Piantedosi, l'ennesima visita di Meloni in Tunisia "con von der Leyen e Rutte per la firma di un memorandum". Questo, ha proseguito il titolare del Viminale, è "un successo di grandissima portata politica internazionale, inimmaginabile fino a poco tempo fa da chi giustamente si diceva scettico sul coinvolgimento europeo nell'affrontare il problema. E io stesso mercoledì incontrerò al Viminale il ministro dell'Interno tunisino". Tutto questo con l'obiettivo di togliere il controllo dell'immigrazione ai trafficanti, per segnare "una netta separazione tra i canali regolari di ingresso e le sanatorie".
Il solco di demarcazione con le politiche della sinistra è tracciato: "Non è possibile mettere sullo stesso piano gli ingressi regolari con quelli irregolari. Troppo spesso l'opposizione è parsa voler gettare un ponte sull'altra sponda del Mediterraneo, quasi a dire: 'Facciamoli venire tutti, poi in un modo o nell'altro li sistemiamo'. Dobbiamo lavorare affinché i canali di ingresso siano affidati alle istituzioni e non ai trafficanti". Intanto i migranti continuano a sbarcare a Lampedusa, dove nell'ultima notte sono arrivati in 350. Le motovedette della Capitaneria di porto hanno recuperato 7 barchini, mentre un'unità della Guardia di finanza ha agganciato una carretta di legno con a bordo 36 migranti marocchini, tunisini e siriani.
Nessuno di questi, tutti partiti da Sfax, aveva il motore: hanno dichiarato che è caduto in mare durante la traversata ma la spiegazione più plausibile è che siano state rimorchiate fino al confine con le acque italiane da una nave madre, un sistema che torna a farsi largo per risparmiare sul costo dei motori.
I trasferimenti continuano a ritmo serrato: ieri, 472 sono stati imbarcati sul traghetto di linea per Porto Empedocle e 180 su un volo charter per Bologna. Oggi, invece, in 741 verranno imbarcati sul traghetto Galaxy che effettuerà una corsa dedicata al trasferimento di migranti verso Porto Empedocle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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