I punti chiave
- La polemica sulla "legge Bavaglio"
- La candidatura alle europee
- Il confronto con Schlein
- Il "caso Degni"
- Situazione migranti
- Referendum costituzionale
- Il "caso Pozzolo"
- Commesse Anas
- La polemica su "TeleMeloni"
- I rapporti con gli alleati
- Gli accordi con la Cina
- Le accuse di familismo
- "Devo andare in bagno", Meloni chiama il time-out
- Il "caso Ferragni"
- Il "caso Zuncheddu"
Conferenza stampa di fine anno rimandata ai primi giorni del 2024 per Giorgia Meloni, che a causa di un problema di salute che l'ha tenuta lontana dalla vita pubblica è stata costretta a spostare il consueto appuntamento con la stampa. L'opposizione l'ha accusata di voler "scappare" dal confronto e l'ha costretta a rivelare la patologia che l'ha afflitta. L'appuntamento di oggi è dedicato alla stampa ma Giuseppe Conte, benché ha ricoperto il ruolo di presidente del Consiglio prima di Meloni, sembra non ricordarselo e così, da parte sua, pretende che il premier risponda anche alla domande da lui formulate.
La polemica sulla "legge Bavaglio"
Apertura del presidente dell'Ordine dei giornalisti in aperta contestazione con la cosiddetta "legge Bavaglio", sulla quale però Meloni ci tiene a ricordare che "Non è un’iniziativa del governo ma del parlamento". Una sottolineatura anche a fronte della manifestazione fatta sotto Palazzo Chigi, che comunque ha condiviso la proposta dell'esponente di opposizione che ha avanzato la proposta, che ha portato "a una norma di equilibrio", ha aggiunto Meloni, escludendo che si possa parlare di "bavaglio", perché "non credo che venga tolto il diritto di informare i cittadini, è giusto dire che qualcuno è stato arrestato".
La candidatura alle europee
Tra le domande dei giornalisti al premier sulle elezioni Europee, Meloni ha ammesso di non aver ancora deciso se candidarsi in prima persona o meno. "Misurarsi con gli elettori sarebbe una cosa utile e interessante. Se si candidassero anche i leader dell’opposizione sarebbe un test di altissimo livello", ha spiegato Meloni, lanciando il guanto ti sfida a Elly Schlein, che pare tema una debacle in caso di candidatura alle europee. Ma su una cosa Meloni è sicura: "Io lavoro per costruire una maggioranza alternativa, che ha dimostrato di potere esiste su alcuni dossier. Non sono mai stata disponibile a fare una alleanza parlamentare con la sinistra".
Il confronto con Schlein
E a proposito della sinistra, a domanda di disponibilità a un confronto con Schlein prima delle Europee, il premier si è detto pronto: "Mi impegno volentieri ad un confronto tv con Elly Schlein perchè trovo giusto che il presidente del Consiglio si confronti con il leader dell'opposizione prima della campagna elettorale". Un confronto ampio, ha assicurato Meloni: "Non credo che dovrebbe essere solo la questione femminile il tema del confronto: siamo due donne ma siamo anche due leader di partiti e due leader politici si confrontano su tutte le materie".
Il "caso Degni"
Senza avanzare ipotesi su quelli che dovrebbero essere i provvedimenti sul consigliere della Corte dei Conti, Marcello Degni, il presidente del Consiglio, da soggetto politico, ha fatto una "valutazione sulla gravità della situazione: chiedo alla sinistra se sia normale che persone nominate dalla sinistra a incarichi super partes si comportino da militanti politici. Su questo mi aspetto una risposta della sinistra e di Elly Schlein". L'idea che un consigliere della Corte dei Conti "che in teoria ha come incarico quello di mettere in sicurezza i conti della Repubblica, speri che l'Italia vada all'esercizio provvisorio per ragioni politiche, con tutte le conseguenze che questo avrebbe sui conti della nazione, oggettivamente un po' di preoccupazione la mette".
Situazione migranti
I risultati del 2023 sui migranti non sono stati quelli sperati ma l'Italia sta lavorando a una soluzione strutturale dell'emergenza e non solo a soluzioni tampone. Con Meloni, la questione migranti è finita al centro dell'agenda europea, un risultato mai raggiunto dai precedenti governi: "Considero le nuove regole del Patto sulla migrazione e asilo migliori delle precedenti e per questo l'ho sostenuto pur non essendo una mia priorità, ma c'è ora un meccanismo serio che impegna anche gli altri Paesi sulla redistribuzione". Questa non è la soluzione,ha sottolineato Meloni, ma "non affronteremo mai questo problema se pensiamo di affrontarlo solamente su come gestire i migranti una volta che arrivano in Europa". Non esiste una soluzione che mette tutti d'accordo ma, spiega, "C'è solo un modo per risolvere il problema per tutti, ed è lavorare a monte. Questo è un lavoro su cui l'Europa deve tornare a concentrare la sua attenzione: non ci stiamo rendendo conto di cosa sta accadendo in Africa". Ed è qui che entra il gioco il Piano Mattei: "Quello che secondo me va fatto in Africa non è la carità, è costruire rapporti di cooperazione seri, strategici, da pari a pari e non predatori. Il piano Mattei costruisce questa idea: il mio obiettivo è che diventi un modello anche per altri Paesi europei e occidentali, perché possano aggregarsi".
Referendum costituzionale
Il referendum costituzionale è stato un altro degli argomenti affrontati da Meloni in conferenza stampa. Sul premierato, "la prima cosa che ho detto è che abbiamo scelto di non toccare i poteri del capo dello Stato e lo facciamo. Sappiamo che il capo dello Stato è una figura di garanzia, non vedo in cosa l'elezione del premier significhi togliere poteri al capo dello Stato, per me si crea un buon equilibrio e si rafforza la stabilità del governo". Sul merito, ha spiegato il premier, "stiamo cercando di fare una riforma che mantenendo equilibri, garanzie e poteri del capo dello Stato, consenta di avere la stabilità dei governi. In passato abbiamo pagato pesantemente questa instabilità".
Il "caso Pozzolo"
Inevitabile un passaggio sul caso dell'onorevole Marcello Pozzolo in merito allo sparo della festa di Capodanno organizzata dal sottosegretario Andrea Delmastro. Il deputato FdI è ora indagato, Meloni ha ammesso di "Non conoscere la dinamica" ma, alla luce di quanto emerso, il premier ha dichiarato che "qualcuno non è stato responsabile e non lo è stato chi detiene quell'arma e figuariamoci per un parlamentare, figuriamo se parlamentare di FdI, per questo ho chiesto sul piano politico che venga deferito ai probiviri di Fratelli d'Italia e che nelle more del giudizio venga sospeso da FdI". Quanto al "tema della classe dirigente" di FdI "c'è sempre qualcuno che può fare errori e cose sbagliate ma non sono disposta a fare questa vita, con la responsabilità che ho sulle spalle se le persone che sono accanto a me non capiscono questa responsabilità. Non accade spesso ma per come affronto io e le persone a me vicine, vale la pena ricordare che questa responsabilità vale per tutti, su questo intendo essere rigida".
Commesse Anas
Il presidente del Consiglio ha avuto anche modo di affrontare il tema delle commesse Anas che sta animando le cronache politiche. "Sul caso Tommaso Verdini ho trovato virgolettate dichiarazioni mai fatte, neanche in privato, è una cosa che mi preoccupa. Non ho avuto cose da dire perché non ho gli elementi per commentare il fatto, sulla questione bisogna attendere il lavoro della magistratura e commentare quelli, quanto letto è che le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Salvini non viene chiamato in cause e penso che non debba riferire in Aula su questa materia", ha detto il premier. Quindi, il presidente del Consiglio ha spiegato: "Non mi pare che Salvini sia stato chiamato in causa nei documenti che ho". Pertanto, essendo Salvini esterno ai fatti, non deve riferire in parlamento.
La polemica su "TeleMeloni"
Sulla polemica in Rai, Meloni ha respinto ogni accusa di deriva della televisione pubblica: "La Rai è la principale azienda culturale italiana con molti pregi e difetti. Rispetto alle critiche della sinistra non mi pare venissimo da una età dell'oro e tanto si può fare per migliorare la qualità del servizio pubblico". Quindi, ha aggiunto: "Ho letto critiche in tema di ascolti e palinsesti, perchè diminuivano gli ascolti, ma l'ultimo report è di settembre e il palinsesto estivo lo ha fatto la precedente governance". Anche in merito a TeleMeloni, il premier ha ricordato i trascorsi: "Sono stata all'opposizione gran parte della mia vita, durante il governo Draghi l'unica opposizione non era presente nel Cda e non ho sentito parlare di regime. Le accuse di Telemeloni da una sinistra che con il 18% dei consensi epsrimeva il 70% delle posizioni in Rai non stanno in piedi, semmai stiamo facendo un riequilibrio rispetto a quegli anni".
I rapporti con gli alleati
Durante la conferenza, il premier ha smentito le ricostruzioni di tensioni e strappi all'interno della maggioranza di governo. "Il rapporto con gli alleati è un ottimo rapporto, a livello di Cdm, di maggioranza. Non che non abbiamo i nostri dibattiti interni, lo vedete. Il punto è che quando abbiamo un problema ci mettiamo seduti fino a quando non lo abbiamo risolto. La compatezza della maggioranza si vede dalla velocità con cui opera. Anche la manovra approvata senza fiducia è un segno di compattezza del governo", ha detto il premier, sottolineando che in maggioranza c'è un rapporto di confronto reciproco, soprattutto quando non ci sono convergenze totali. Anzi, proprio in quelle circostanze si salda il rapporto. Fra gli obiettivi che si pone questo governo nei primi sei mesi del 2024 "c'è la messa a terra del nuovo Pnrr, la riforma della giustizia, un piano di borse di studio per gli studenti meritevoli". E proprio in relazione alla sua esperienza di governo, il premier ha ammesso che il momento più difficile è stato Cutro: "94 persone che muoiono e l'accusa che è colpa tua sono cose che pesano. Non ritengo sia colpa mia, ma l'accusa pesa". Mentre, i momenti più belli della sua esperienza sono quelli che può avere in mezzo alla gente. E in merito a un possibile rimpasto, Meloni ha negato qualunque possibilità in tal senso. "Sono contenta della mia squadra e del lavoro che stiamo facendo", ha affermato.
Gli accordi con la Cina
Il governo Meloni ha scelto di sospendere gli accordi della "via della Seta" firmati da Giuseppe Conte, perché "non è stata una scelta politicamente giusta ed è stata scelta economicamente inefficace. Quello che mi ha colpito che alcune nazioni europee che non hanno aderito alla Via della Seta hanno volumi di cooperazione economica significativamente superiore al nostri". E proprio per dimostrare che non si tratta di una decisione punitiva, Meloni ha spiegato: "Intendo rilanciare le relazioni con la Cina e intendo onorare il mio impegno di recarmi, su invito del presidente Xi Jinping, a Pechino quanto prima".
Le accuse di familismo
Meloni, quindi, mette i puntini sulle "i" in conferenza quando replica a una domanda in cui si definisce Fratelli d'Italia come un partito a conduzione familiare, nonostante abbia oltre il 30% delle preferenze. "Questa accusa di familismo a FdI comincia a stufarmi. Nella attuale legislatura ci sono due famiglie, due coniugi, sono a sinistra, nel Pd e in Sinistra Italiana. Non ho mai sentito questa accusa e sarebbe stato sbagliato. Chi conosce la politica sa che spesso diventa anche altro, i tuoi amici, i tuoi fidanzati, tua moglie, questo non vuol dire togliere valore alle politiche", dice Meloni. Il premier ha ricordato che sua sorella è militante politica da 30 anni, "è dirigente di Fratelli d'Italia, forse potevo metterla in una partecipata statale come fanno altri ma non me la sono sentita e l'ho messa a lavorare in Fdi".
"Devo andare in bagno", Meloni chiama il time-out
Istituzionalità per il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa con i giornalisti parlamentari ma anche momento verità quando, dopo oltre 3 ore di domande e risposte, il premier ha chiesto di fare una pausa bagno. "Come dobbiamo fare? Spero di resistere alle prossime tre domande", è stata l'ammissione del premier, evidentemente arrivato al limite della sopportazione. Pochi minuti prima, a microfono aperto, il premier si era lasciato scappare una formulazione tipicamente romana per esprimere la sua stanchezza: "Sto a morì regà". Subito dopo la pausa bagno, il premier è tornato in sala stampa per replicare alle ultime tre domande.
Il "caso Ferragni"
Ultima domanda per Meloni dedicata al caso di Chiara Ferragni. Il premier è tornato sul valore delle sue esternazioni ad Atreju, sottolineando che il suo intervento era diretto all'esaltazione della produttività italiana, che rappresenta il vero orgoglio del Paese, che ha un valore ben maggiore rispetto a chi quell'eccellenza la sponsorizza. "Sul ritorno di Chiara Ferragni sui social non ho nulla da dire, figuriamoci... quello che mi ha colpito è stata la reazione della sinistra. Credevo fosse un valore da condividere il fatto che ha più valore chi produce un pandoro che chi lo promu, invece se la sono presi, sembrava che avessi attaccato Che Guevara", ha concluso il presidente del Consiglio, sottolineando lo spostamento di valori di questa sinistra.
Il "caso Zuncheddu"
In conferenza stampa, il presidente del Consiglio ha affrontato il tema di Beniamino Zuncheddu, carcerato per oltre 30 anni e poi risultato innocente. "Sono rimasta molto colpita anche io così dalla vicenda di Beniamino Zuncheddu, come rimango colpita dai moltissimi casi analoghi che ci sono in Italia. Sono numeri molto alti sui casi di ingiusta detenzione, che sono forse frutto anche dell'uso eccessivo della carcerazione preventiva. Il ministro Nordio ha lavorato a una norma che prevede che prima di essere messa in carcere una persona debba essere sentita dal pm e anche dal giudice", ha detto il premier. L'uomo ha poi replicato al presidente: "Ringrazio la presidente Meloni per aver parlato della mia vicenda.
Non sentirsi soli in questa battaglia contro le ingiuste detenzioni è per me una grande cosa che mi dà coraggio e conforto. Alla presidente Meloni dico di occuparsi di carcere perché in carcere stanno tutti male, colpevoli e innocenti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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