Caro Carlo,
come tu riporti, la settimana scorsa la stampa di sinistra ha sollevato questo caso: il presidente del Consiglio avrebbe richiesto un taglio del personale di polizia che opera all'interno di Palazzo Chigi, si è parlato anche di licenziamenti, di ricollocamenti, di trasferimenti, a causa della presenza di spie.
Si trattava di una colossale bufala che i progressisti hanno sfruttato per screditare Giorgia Meloni e farla passare per quello che non è: una persona che da sempre manifesta rispetto e sostegno nei confronti delle forze dell'ordine ma che nei fatti poi maltratta gli agenti di polizia, di cui nemmeno si fida.
Falso, come del resto hanno spiegato lo staff della premier e i rappresentanti della polizia.
Allora - tu chiederai - cosa è accaduto?
Innanzitutto, non stupirti che la sinistra, sempre più disperata davanti alla crescita del consenso e della fiducia nei riguardi di Meloni da parte degli italiani, nonostante si stia tentando la qualunque per erodere la credibilità della leader della maggioranza, abbia adottato una condotta sempre più spregiudicata nella costruzione di notizie che non corrispondono assolutamente al vero e che alla verità non si ispirano nemmeno un po'. Quando gli avversari non hanno nulla da recriminare, inventano. Accettiamolo. Rassegnamoci. E approcciamoci a ciò che leggiamo sui quotidiani con una necessaria prudenza, tanto più dove i fatti narrati vengono esposti in maniera non esplicita, vaga, carica di condizionali. Il tempo del giornalismo è il tempo presente, non il condizionale. Ricordiamocelo.
Tornando a noi, caro Carlo, è vero che sono intervenute, su iniziativa della premier, alcune modifiche riguardanti il ruolo dei quattro agenti che fino a ieri e anche nelle legislature passate avevano il compito, tutt'altro che all'altezza dei valori della divisa, di fare da ascensoristi.
Ma che diavolo di lavoro è l'ascensorista? Insomma, ci sono bambini che sognano o che abbiano mai sognato di fare gli ascensoristi da adulti? Ne dubito.
Può un servitore dello Stato ridursi a fare l'accompagnatore o l'accompagnatrice di chi prende l'ascensore per passare da un piano all'altro?
È una vergogna, a mio avviso, che gli agenti di polizia debbano fare gli uscieri ascensoristi quando i cittadini hanno bisogno di loro altrove, di vederli, di percepire la presenza dello Stato non semplicemente dentro i palazzi ma al di fuori.
Meloni è una donna pragmatica. Devo ammettere che il suo spirito pratico, orientato sempre alla ricerca della soluzione più utile, più efficace, quindi più intelligente e meno onerosa, è l'elemento che più apprezzo, anzi ammiro, di lei e della sua maniera di fare politica, ossia di occuparsi della cosa pubblica.
Io me la immagino, la nostra Giorgia in quel momento, ovvero l'ennesima volta in cui è salita su quell'ascensore, accompagnata da uomini e donne in divisa, e, dopo averlo pensato ogni santo giorno con un senso di fastidio e di disturbo quasi inconscio, non pienamente portato a galla e messo in luce, che non stava bene che quegli agenti stessero lì al suo servizio, cioè per farle compagnia in ascensore, e che fosse poco decoroso e dignitoso per loro ridursi a fare da ascensoristi, risoluta si è detta: «Ragazzi, 'sta storia qui deve finire». E ha cambiato le cose, non per tutelare se stessa dalle spie, come dicono a sinistra, bensì per tutelare il ruolo dei nostri poliziotti nonché di tutti coloro i quali si sono posti al servizio dei cittadini e dello Stato italiano. Non si fa un concorso in polizia per ridursi a fare l'addetto all'ascensore. Non ce n'è alcun bisogno.
Giorgia è arrivata a Palazzo Chigi con le sue gambe e senza assistenza, allo stesso modo riesce a giungere dall'entrata di Palazzo Chigi alla sua stanza senza bisogno di ben quattro ascensoristi.Siamo certi che lungo il tortuoso cammino se la caverà come sempre alla grande.
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