Migranti, ecco la stretta sui richiedenti asilo: "No integrazione fino all'accettazione della domanda"

Con gli emendamenti del governo si punta ad alleggerire il sistema di gestione per garantire maggiori servizi a chi è davvero meritevole di tutela internazionale

Migranti, ecco la stretta sui richiedenti asilo: "No integrazione fino all'accettazione della domanda"

Davanti ai numeri in continuo aumento degli ingressi di migranti irregolari, il governo di Giorgia Meloni ha deciso per una stretta decisa sulle regole di accoglienza all'interno del nostro Paese. L'Italia, davanti all'immobilismo dell'intera Europa, non può continuare a farsi carico di decine di migliaia di migranti irregolari senza diritti di protezione umanitaria che sbarcano sulle nostre coste, mettendo a rischio, oltre che la sicurezza nazionale, anche il tessuto economico e sociale del Paese.

Uno dei due emendamenti presentati dall'esecutivo al dl migranti ripropone una misura che già era presente all'interno dei decreti sicurezza firmati da Matteo Salvini e prevede la possibilità di escludere i richiedenti asilo dalle liste di ospitalità della rete del Sistema di accoglienza ed integrazione gestita in coordinamento con i Comuni.

Se l'emendamento passasse, i richiedenti asilo dovrebbero essere accolti nei centri di accoglienza governativi fino alla decisione finale sulla domanda di protezione internazionale. L'accesso ai Sai, in questo modo, verrebbe garantito solamente ai soggetti che entrano in Italia attraverso i corridoi umanitari o ai fragili. In questo modo, fino a quando non verrà eventualmente accettata la domanda di protezione internazionale, non ci sarà alcun percorso di inserimento per i richiedenti. Questa misura va inserita all'interno del contesto italiano dove, in base alla relazione tecnica dell'emendamento del governo depositato oggi in commissione Affari costituzionali del Senato, è prevista per il 2023 una spesa complessiva di 853,6 milioni di euro per assicurare l'accoglienza dei richiedenti asilo, dei profughi provenienti dall'Ucraina nei centri governativi e negli hotspot e dei richiedenti asilo non più inseriti nei progetti della rete Sai

Tra le misure previste nell'ottica di alleggerire le strutture, si "consente al ministero dell'Interno di trasferire gli stranieri ospitati" negli hotspot "in strutture analoghe, ai fini di un ottimale svolgimento delle attività di soccorso e prima assistenza e delle operazioni ivi previste". Inoltre, è stata prevista anche la possibilità "per i prefetti di individuare strutture di accoglienza provvisorie ove ospitare i richiedenti asilo in caso di provvisoria indisponibilità di un adeguato numero di posti nelle strutture esistenti". Si tratta di deroghe che evitano sovraffollamenti in caso di bisogno e, soprattutto, permettono una migliore gestione di tutto l'apparato dell'accoglienza.

Nel frattempo la Commissione europea dichiara all'Ansa che sono in programma ulteriori collocamenti volontari, che finora sono stati effettuati in numero di 512, ben lontani da quelli che i Paesi europei si erano impegnati a effettuare.

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