"No a muri ideologici". Il governo accelera sul presidenzialismo

Al via il confronto con le opposizioni. Il ministro Casellati traccia la linea: "Disegno di legge entro giugno. Cambiare la Costituzione non sia una missione impossibile"

"No a muri ideologici". Il governo accelera sul presidenzialismo

Il governo accelera sul presidenzialismo, ritenuta una delle priorità sul fronte delle riforme da portare a termine entro la fine della legislatura da poco iniziata. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo reputa un passo imprescindibile per recuperare quel rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni che nel tempo si è deteriorato. L'esecutivo non vuole perdere tempo: i lavori sul tema sono già iniziati e presto prenderà il via il confronto doveroso con i partiti che compongono l'opposizione.

Il confronto con le opposizioni

La prossima settimana il ministro per le Riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati terminerà il giro di ascolti con i gruppi di maggioranza: nello specifico il 17 gennaio toccherà alla delegazione della Lega e il giorno dopo sarà il turno di Noi moderati. Verranno così concluse le "consultazioni" di maggioranza, iniziate a dicembre con Fratelli d'Italia e Forza Italia. Successivamente sarà il turno delle formazioni politiche dell'opposizione.

Il 19 gennaio il ministro delle Riforme vedrà Carlo Calenda del Terzo Polo. Poi verranno ricevuti Movimento 5 Stelle e Partito democratico, che hanno una posizione più radicale sul tema. Comunque l'auspicio è quello di terminare il confronto sul presidenzialismo entro il mese di gennaio. Infine potrebbero essere consultati anche costituzionalisti e accademici che - nelle intenzioni - potrebbero contribuire a valutare tutte le riforme.

Nei confronti dell'opposizione però è arrivato un monito ben preciso: coinvolgere i partiti al di fuori della maggioranza è un dovere quando si tratta di modificare la Costituzione "che è la Carta di tutti", ma al tempo stesso è stato chiarito che non saranno ammessi giochi di palazzo e ostruzionismi vari. "Mi auguro ci sia un confronto costruttivo e che non si alzino muri ideologici. Quando si arriva a mettere mano alla Costituzione sembra che sia una missione impossibile e non capisco il perché", ha dichiarato l'ex presidente del Senato.

Avanti col presidenzialismo

Casellati ha tracciato la rotta sul presidenzialismo anche per quanto riguarda le tempistiche del governo. Il ministro ha annunciato che - nel caso in cui si riuscisse a trovare un punto di caduta - si lavorerebbe per presentare un disegno di legge "prima dell'estate, entro giugno".

Ovviamente resta da vedere quale sarà il modello finale. Casellati ha annotato che il semipresidenzialismo è quello "un po' più vicino alla nostra storia e alla nostra sensibilità", ribadendo comunque l'apertura del governo a qualsiasi posizione a patto che sul tavolo non ci siano condizioni pregiudiziali e veti su eventuali preferenze tra i sistemi costituzionali che si stanno delineando. Si spera di incardinare la riforma in Parlamento entro la fine del 2023.

Infine il ministro delle Riforme, intervistato da Parlamentando in onda stasera su Rainews24, si è espresso sulla svolta nell'elezione del presidente della Repubblica: "Credo che i tempi siano maturi e ce lo dicono i numeri: in 75

anni di storia repubblicana abbiamo avuti 69 governi con una durata media di 14 mesi. Quindi la stabilità è un'esigenza improcrastinabile per dare credibilità al nostro Paese e per rafforzare i circuiti democratici".

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