Marina di Pietrasanta (LU). È Antonio Tajani, il primo dei leader nazionali di partito, a salire sul palco dello storico Festival versiliese giunto alla 45° edizione. È un Tajani che giunge in Toscana nella doppia veste di segretario di FI e ministro della Repubblica con tanti dossier caldi sulla scrivania: alle porte le regionali toscane - con il sindaco di Pistoia in vantaggio su altri candidati - e una situazione in politica estera ogni giorno sempre più incandescente.
Sono proprio i complicati e delicati scenari internazionali a dominare l’intervista condotta dal direttore del TG2 Antonio Preziosi. Il recente scambio di prigionieri tra Stati Uniti e Russia “è un fatto positivo che rafforza le capacità diplomatiche e il dialogo. C’è ancora uno spiraglio nonostante le tante guerre in corso, è una piccola tessera che fa bene”.
L’uccisione del capo politico di Hamas, Ismail Haniyen, potrebbe determinare una feroce escalation ma il ministro ci tiene a sottolineare l’importanza dei canali diplomatici: “La diplomazia deve lavorare per ridurre i rischi che corriamo, rischi di una guerra nell’area del Medio Oriente. Io sono convinto che non ci sarà una guerra ma i rischi sono molto, molto alti. Tutti i paesi che hanno un dialogo con Israele, Palestina, Libano e Iran devono inviare messaggi di saggezza per raggiungere alcuni obiettivi: primo fra tutti il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani”.
Positivo il giudizio sul viaggio del presidente Meloni in Cina: “Una visita che rafforza il percorso che abbiamo avviato con un paese che è nostro competitore ma con il quale vogliamo avere buone relazioni politico-commerciali nonostante l’uscita dal progetto della “Nuova via della Seta”. È una visita che rafforza la presenza delle nostre imprese sul mercato cinese senza cambiare linea politica”, ma chiosa il ministro, “la Cina non deve continuare ad aiutare la Russia ma favorire una de-escalation nella guerra in corso con l’Ucraina”.
Quindi un immancabile richiamo alle elezioni americane: “È l’evento politico dell’anno per quanto riguarda gli scenari internazionali ed è giusto da parte di noi politici astenerci dal dire è meglio la Harris o Trump, sono gli americani che devono scegliere il loro presidente. Gli Stati Uniti – indipendentemente da chi vincerà - rimangono il baluardo della nostra civiltà”.
Finita l’importante tornata elettorale, in Europa devono ancora essere ultimate diverse caselle importanti e Tajani punta ad un ruolo di prestigio per l'Italia: “Credo che finirà nel modo migliore perché l’Italia è la seconda manifattura e la terza economia d’Europa, siamo un Paese fondatore e soprattutto siamo in grado di fornire idee e proposte, quindi credo sia giusto che nella futura Commissione ci sia un commissario italiano, anche vicepresidente, che abbia una delega autorevole in modo da rafforzare l’immagine non solo dell’Italia ma dell’Europa intera”.
Infine, una precisazione sul voto espresso dai partiti di governo (FDI, Lega e FI) sulle nomine europee: “La Meloni non ha votato contro nessuno ma ha fatto una sintesi della maggioranza e si è astenuta, la Metsola – ad esempio - è stata eletta con una maggioranza diversa da quella che ha eletto Ursula, quindi è un disegno complesso e articolato “
Riguardo gli ultimi avvenimenti di politica interna, raggiunto dai microfoni del “Giornale”, sulle dichiarazioni di Zanda sulla caduta del governo entro 12 mesi (intervista a “Il Foglio”) e sul
“rientro” di Renzi nel centro-sinistra chiude senza ombra di dubbi: “Il governo durerà. Mi dispiace per queste persone ma se ne facciano una ragione… E Renzi? È sempre stato di sinistra. C’era forse da stupirsi?”- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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