Antonello Mosca
Gianfranco Tosetto è presidente della Zanella, un marchio votato all'abbigliamento maschile che da oltre trent'anni detiene una posizione di leadership negli Stati Uniti. Forte del successo americano, con una presenza in settecento negozi, l'azienda vicentina inaugura la sua attività a Milano, con una boutique nel quadrilatero della moda, la più recente dopo le trecento distribuite in ogni parte d'Italia. Sappiamo che Tosetto è un appassionato della sua casa, e lo si coglie anche dal fatto che ne parla con fervore.
«Amo gli arredi disegnati dai grandi architetti del primo Novecento, ma anche alcuni pezzi moderni a volte dalle caratteristiche forti e provocatorie realizzati dai designer dei nostri giorni. Ho scelto ogni cosa in modo che gli ambienti diventino spazi anche di rappresentanza, e questo è avvenuto per l'abitudine di abitare per lunghi periodi a New York: il "mood" presente nella metropoli americana si riflette anche nel vivere qui in Italia».
Una casa quindi minimalista?
«Non amo questo termine, legato per lo più alle riviste specializzate o di tendenza ma che reputo poco confacente alla vita di tutti i giorni. Preferisco parlare di razionalista. Per esempio sia il mio soggiorno che la camera da letto sono arredati con pochi pezzi, storici, dei grandi maestri dell'architettura del Novecento: un design di valore ma semplice, che richiede accostamenti di colori e tinte calde. Ovviamente le camere delle due nostre figlie, giovani per loro fortuna, sfuggono a queste logiche, anche se in certi dettagli si legge come quanto le circonda un poco le influenza. Divani e poltrone sono in grado di accogliere un numero importante di ospiti e sono nella maggior parte dei casi rivestiti con pelli pregiate. Le pareti sono tinteggiate chiare, mentre i tendaggi realizzati in tessuto di lino color giallo molto tenue. Questo contribuisce a rendere ancor più caldi e morbidi gli ambienti dove entra la luce naturale attraverso le grandi vetrate che guardano sul giardino».
Mi sembra vi sia dappertutto una grande attenzione verso le lampade.
«È così, perché ritengo le lampade elementi di grande importanza all'interno di ogni ambiente, sia per quanto riguarda il design che la qualità della luce che danno. E poi l'arredamento non è certamente fatto solo di mobili, ma anche dall'atmosfera che si riesce a creare, proprio anche grazie alla luce artificiale».
Anche se di rappresentanza, la sua casa avrà un locale che le appartiene più di ogni altro.
«Il mio locale rifugio è sicuramente la stanza della musica, uno spazio nel quale riesco ad estraniarmi da tutto e da tutti, ascoltando ogni genere di musica: jazz, classica, soul. È una stanza particolare, perché illuminata con una luce calda e soft e interamente insonorizzata, e vi ho collocato impianti di grande qualità insieme alla famosa chaise longue di Le Corbusier».
E la cucina?
«Come da sana tradizione italiana la cucina è il vero luogo di riunione della famiglia e per questo le abbiamo dedicato un grande spazio. Come nelle vecchie case venete vi è un grande piano di lavoro in pietra locale, che contiene anche l'acquaio, poi, ideale nei periodi invernali, c'è un grande focolare per la cottura a legna. La normale zona destinata alle operazioni di cottura è invece nell'isola posta al centro dell'ambiente, sovrastata da una spettacolare cappa in acciaio. Tutti i mobili sono in rovere sbiancato, realizzati su misura da artigiani del luogo, estremamente lineari, senza specchiature o modanature». C'è una casa nei suoi sogni?
«Credo che la mia casa ideale sia un miscuglio, che nasce sicuramente dalle cose della mia terra e da quelle che vedo nei miei viaggi attorno al mondo.
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