Le case ogni tanto ti rovinano la reputazione. Se c’è una cosa che gli italiani davvero faticano a perdonare sono i privilegi legati alle quattro mura. Scatta la rabbia.Ti viene in mente l’affitto da pagare ogni mese, il mutuo, il condominio. È cosi che la casa diventa il confine tra la casta e gli altri. Tu la casa te la devi sudare. Politici, governanti, tecnici e affini se la ritrovano, magari a loro insaputa, per grazia di Dio e volontà della nazione. Cosa comporta questo? La caduta verticale dell’indice di dignitas e auctoritas . Queste due parole nella Roma repubblicana erano la bilancia del peso politico di un personaggio. E anche allora la casa era un affare delicato. Perfino Cicerone fu chiacchierato per una certa leggerezza nella speculazione edilizia. La colpa, dicono, fosse della moglie.
Il problema di Filippo Patroni Griffi, austero ministro per la Pubblica amministrazione del lode(n)vole governo Monti, è appunto questo. Con quale faccia, cioè dignitas e auctoritas , vai a chiedere agli statali flessibilità, motivazione e trasparenza? Trasparenza, appunto. Il ministro sa bene come ragionano i ministeriali. Non solo è un magistrato del Consiglio di Stato,ma gran parte della sua vita l’ha passata nel Palazzo. Era il capo dell’ufficio legislativi ai tempi di Cassese, quando a guidare uno dei tanti governi tecnici c’era Ciampi.È con Motzo nel governo Dini (ancora un tecnico). È con Bassanini con Prodi premier. È ancora lì quando arrivano D’Alema e Amato. Ci resta quando ritorna Prodi. Sta ancora lì con Brunetta, nell’ultimo governo Berlusconi. Filippo Patroni Griffi è, in pratica, il grand commis della funzione pubblica, una sorta di incarnazione del dio degli statali. Quindi sa quanto ai piani bassi dei ministeri girino veloci frustrazioni e pettegolezzi.
Ora Patroni Griffi presenta una riforma sacrosanta, chiede all’amministrazione pubblica di aggredire le sacche di inefficienza. Dice in faccia agli statali: signori dovete lavorare, basta ritardi, basta imboscati, basta burocrazia. Lo Stato non deve essere un ostacolo per i cittadini. Non deve far venire il mal di testa a quelli che lavorano e fanno impresa. Lo Stato deve eliminare gli sprechi, cacciare i lavativi, tagliare le auto blu, cancellare i privilegi e chi fa un concorso deve essere assunto. Quello che il ministro ieri ha raccontato ai senatori sembra il migliore dei mondi possibili. È la rivoluzione copernicana dei colletti bianchi. Il sogno di uffici pubblici veloci, attenti, efficienti e trasparenti. Appunto, trasparenti. E qui torna il problema della casa. Quando Patroni Griffi dirà agli statali dovete lavorare di più e meglio, riscoprire l’orgoglio del vostro ruolo, punire i furbi e chi si imbosca come risposta a questo discorso saggio e santo riceverà una vaffa in stile Beppe Grillo. Come a dire: ma parli proprio tu?
Purtroppo, caro ministro, lei è quello che ha acquistato un appartamento di 109 metri quadri in via Monte Oppio 12, con vista Colosseo, per 177mila euro. Quello stabile, oltretutto, apparteneva all’Inps e qui uno si domanda che razza di affari fa l’ente che dovrebbe garantire la pensione. Poi ti viene in mente che probabilmente smetterai di lavorare a 68 anni perché altrimenti l’Inps va in bancarotta. E allora giù altre maledizioni. Poi si viene a sapere che oltre a lei tutti gli inquilini di Monte Oppio 12 hanno fatto l’affare. Tutto questo grazie a una sentenza del «suo» Consiglio di Stato che ha tirato fuori uno scenario alla Dickens per raccontare quanto fatiscenti e brutti fossero quelle case. Sempre in faccia al Colosseo, ma così malridotte da crollare al primo sussulto di terra. Non contenti i suoi amici del Consiglio di Stato si sono mostrati preoccupatissimi per il rischio sismico che angoscia da duemila anni quella zona, come se il Colosseo fosse stato costruito sulla stessa faglia di Sant’Andrea dove trema San Francisco.
E invece no. Raccontano che Roma sotto sia vuota e per di più la chiamano città eterna. Va bene che siamo nel 2012 e c’è quell’antica leggenda per cui se cade il Colosseo cade Roma e se cade Roma cade il mondo, ma forse i suoi amici sono stati un po’ apocalittici. Tutto per abbassare i prezzi.
Ecco. La sua riforma sarebbe un toccasana. Ma c’èquel problema di auctoritas e dignitas , cioè la faccia, che rende tutto più complicato.
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