La battaglia nella Striscia, il nodo ostaggi e il futuro di Gaza: cos'è successo tra Israele e Hamas

Prosegue l'offensiva delle Idf: distrutti 130 tunnel di Hamas. Continuano le trattative per la liberazione degli ostaggi. Usa e Ue: "No a rioccupazione di Gaza"

La battaglia nella Striscia, il nodo ostaggi e il futuro di Gaza: cos'è successo tra Israele e Hamas
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Nel 33esimo giorno di guerra, Israele ha ribadito la sua volontà di eliminare i leader di Hamas. "Sono morti che camminano", ha dichiarato il portavoce militare delle Idf Jonathan Conricus. In giornata, è arrivata la notizia dell'uccisione di Mohsen Abu Zina, il capo della produzione di razzi a Gaza. Intanto, non si è fermata l'avanzata delle truppe israeliane nella Striscia e la distruzione delle infrastrutture del movimento terroristico. Sul fronte diplomatico, sembra avvicinarsi un accordo per il rilascio di alcuni ostaggi e sia gli Stati Uniti, sia l'Unione Europea hanno affermato la loro contrarietà ad una possibile nuova occupazione della Striscia.

La ricerca dei tunnel e gli scontri a nord

Le Idf continuano nella loro campagna di eradicazione di Hamas dalla Striscia di Gaza. Il corpo dei genieri israeliano ha confermato di aver distrutto gli ingressi di 130 tunnel dall’inizio delle operazioni di terra. Un portavoce militare ha fatto sapere che, in molti casi, sono state trovate accanto agli imbocchi delle gallerie delle strutture con batterie d’auto che i soldati dello Stato ebraico ritengono fossero collegate al sistema di filtraggio dell’aria della rete sotterranea.

Duri scontri si sono registrati anche oggi al confine con il Libano. Gli Hezbollah hanno riferito di aver lanciato missili anticarro contro le postazioni israeliane, provocando il ferimento di due soldati. Le Idf hanno risposto con l’artiglieria, concentrando il fuoco sul villaggio di Hula.

Nodo ostaggi: trattative in corso

Sul fronte diplomatico, proseguono le trattative per il rilascio degli ostaggi e un accordo potrebbe essere vicino. Il Qatar ha confermato di star negoziando con Israele e Hamas, in coordinamento con gli Stati Uniti, per la liberazione di una quindicina di prigionieri in cambio di uno o due giorni di tregua. Dal canto loro, media egiziani hanno dichiarato che il governo del Cairo è vicino a chiudere un accordo per una pausa umanitaria a Gaza, sulla base di uno scambio che prevedere il rilascio di ostaggi israeliani in cambio di detenuti palestinesi.

Fonti vicine ad Hamas hanno confermato le trattative in corso per la liberazione di 12 prigionieri, tra cui sei americani, per avere tre giorni di tregua. Abu Obeida, il portavoce delle brigate al al-Qassam, ha affermato che "la strada unica ed evidente per la liberazione degli ostaggi è un accordo che preveda lo scambio di prigionieri totale o parziale".

Il premier Netanyahu, però, ha riconfermato la sua linea: niente cessate il fuoco senza la liberazione degli ostaggi. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa John Kirby ha inoltre ammesso che "non abbiamo prove che gli ostaggi in mano ad Hamas, compresi i cittadini Usa, siano ancora in vita" e che "potrebbe essere necessaria più di una pausa umanitaria per farli uscire tutti".

Il futuro di Gaza: no di Ue e Usa all'occupazione

Dopo le dichiarazioni del premier Netanyahu, che ha ventilato la possibilità di una presenza stabile delle forze di sicurezza israeliane a Gaza dopo la guerra, la Casa Bianca ha ribadito la sua contrarietà a questa ipotesi. “La rioccupazione di Gaza da parte delle forze israeliane non sarebbe la cosa giusta da fare", ha commentato il portavoce per la Sicurezza nazionale John Kirby. "Israele e gli Stati Uniti sono amici e non dobbiamo essere d'accordo su ogni singola parola. Netanyahu e Biden non sono sempre d'accordo su ogni questione”.

Il rappresentante di Washington ha anche ribadito che gli Usa sanno “cosa non vogliamo vedere a Gaza dopo il conflitto. Non vogliamo vedere Hamas al comando. Non vogliamo vedere una rioccupazione da parte di Israele”. Kirby, però, ha ammesso che non vi è ancora certezza su quello che succederà: “Quello che vedremo, quello che vogliamo vedere, penso che lo stiamo ancora scoprendo. Dovremo avere conversazioni diplomatiche con la gente della regione per risolvere questo problema”.

Anche l'Unione Europea si è detta contraria all'occupazione del territorio della Striscia da parte delle forze israeliane. "Innanzitutto Gaza non può essere un rifugio per i terroristi e non può essere governata dalle organizzazioni terroristiche.

Ci deve essere un'unica autorità palestinese", ha dichiarato il presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. "Non ci deve essere alcuna presenza di lungo termine di Israele per la sicurezza di Gaza, il territorio di Gaza non può essere amputato o ridotto".

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