"L'Ucraina è merce di scambio". Putin si scaglia contro l'Occidente

Secondo il presidente russo, in visita in Mongolia, l'Occidente avrebbe finanziato organizzazioni nazionaliste e antirusse. Attacchi anche contro il Comitato Olimpico Internazionale

"L'Ucraina è merce di scambio". Putin si scaglia contro l'Occidente
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Vladimir Putin torna a parlare in prima persona, questa volta scagliandosi contro il Comitato Olimpico Internazionale (Cio). Mentre a Parigi si sono aperti i Giochi Paralimpici, che si svolgeranno nella capitale francese fino all'8 settembre, il Cremlino punta il dito contro i pezzi da novanta del Comitato, che a suo dire, agiscono "per volere dell'Occidente collettivo, e principalmente degli Stati Uniti" calpestando "grossolanamente gli ideali olimpici che dovrebbero difendere".

L'intervista di Putin in Mongolia

Le parole di fuoco sono state rilasciate in un'intervista al quotidiano mongolo Onoodor, in occasione della visita di Stato nel Paese, a commento dell'esclusione degli atleti russi dai Giochi Olimpici. Una visita molto delicata, quella in Mongolia, che si intreccia con la guerra in Ucraina. Putin, infatti, è alla sua prima missione in un Paese membro della Corte penale internazionale da quando nel marzo dello scorso anno il tribunale dell'Aja ha emesso un mandato di cattura nei suoi confronti per la deportazione illegale di bambini ucraini. Il governo ucraino ha già esortato la Mongolia ad arrestare il presidente russo, che tuttavia non è sembrato essere scosso dalla vicenda.

Nella stessa intervista Putin sostiene che l'Ucraina sia diventata una "merce di scambio" nella realizzazione delle ambizioni geopolitiche dell'Occidente che avrebbe finanziato organizzazioni nazionaliste e antirusse, diffondendo sistematicamente il concetto che la Russia sarebbe l'eterno nemico dell'Ucraina, la principale minaccia alla sua esistenza. Inoltre, ha proseguito Putin, "le elite occidentali continuano a fornire all'attuale regime un sostegno politico, finanziario e militare su larga scala, considerandolo un'arma nella lotta contro la Russia".

La furia di Putin contro il Cio

"Invece di lottare per i diritti degli atleti, per l'integrità e l'universalità del movimento olimpico, sono impegnati a preservare il proprio status, potere e benessere finanziario". Tutto ciò, ha aggiunto il leader del Cremlino, "viola apertamente i principi fondamentali della Carta Olimpica, che sancisce l'inammissibilità della politicizzazione dello sport, che dovrebbe unire le persone e non dividere". Putin si è quindi impegnato a continuare "a seguire la strada della democratizzazione del movimento sportivo, rimuovendo le barriere e le restrizioni artificiali e ampliando i formati degli eventi sportivi nazionali e internazionali". Parole che potrebbero significare la nascita di una sorta di "Brics dello sport", o comunque una formula alternativa alle Olimpiadi e simili, che faccia concorrenza agli eventi sportivi dominati dall'Occidente, secondo il leader russo.

Ne sono un esempio i Giochi asiatici, evento sportivo disputato ogni quattro anni, che prevede la competizione tra i migliori atleti del continente. La manifestazione è organizzata dal Consiglio Olimpico d'Asia ma comunque sotto la supervisione del Comitato Olimpico Internazionale. Quanto all'esclusione recente degli atleti russi, nel marzo 2024, il Cio ha istituito l'Individual Neutral Athlete Eligibility Review Panel (AINERP) per valutare l'idoneità di ogni atleta con passaporto russo o bielorusso a partecipare ai Giochi olimpici di Parigi 2024 e quella del suo personale di supporto. Sono stati individuati, dunque, i cosiddetti atleti neutrali individuali (AIN), ovvero atleti con passaporto bielorusso o russo che sono stati confermati come idonei e invitati a competere ai Giochi olimpici di Parigi 2024. Le quote AIN sono state determinate sul campo attraverso le competizioni di qualificazione esistenti e i requisiti di ammissibilità specifici delle Federazioni internazionali.

I guai della Russia alle Olimpiadi, dal 2016 a oggi

Quella ingaggiata tra Cio e Federazione russa è una vecchia lotta a suon di squalifiche. Ancor prima dello scoppio della guerra in Ucraina, la Russia è stata costretta a gareggiare con nomi diversi alle Olimpiadi dal 2016, anno in cui è stato scoperto che diversi atleti russi erano coinvolti in un programma di doping sponsorizzato dallo Stato, durato anni, che li ha portati a vincere una serie di medaglie. Nel 2017, il Comitato Olimpico Internazionale ha sospeso la Russia, ma diversi atleti russi che non erano coinvolti nel progetto hanno vinto un ricorso per competere. A quegli atleti è stato richiesto di farlo con nomi diversi.

Alle Olimpiadi invernali del 2018 , gli atleti russi che hanno superato i test antidroga hanno gareggiato sotto la delegazione "Atleti olimpici dalla Russia".

E ancora, nel 2019, l' Agenzia mondiale antidoping ha ufficialmente squalificato la Russia dalle Olimpiadi per quattro anni, ma la sospensione è stata ridotta a due anni dopo il ricorso di Mosca. In occasione delle Olimpiadi di Parigi del 2024, invece, il CIO ha vietato la partecipazione a Russia e Bielorussia a causa del loro coinvolgimento nella guerra in Ucraina.

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