Oleksandr Syrs'kyj, la mente dell'offensiva ucraina a Kursk

Un uomo dal curriculum ineccepibile misto a numerose ombre, tra cui la fama di "macellaio" a Bakhmut. Ora il tempo del riscatto nell'offensiva dentro il territorio russo

Oleksandr Syrs'kyj, la mente dell'offensiva ucraina a Kursk
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Di Oleksandr Syrs'kyj si sa tutto e nulla. Del resto, questo generale ha fatto del silenzio una scelta di vita. Su di lui insistono numerosi pareri contrastanti: essere stato al soldo di Vladimir Putin, l'aura da "macellaio" dopo i fatti di Bakhmut, ora sull'altare in nome dell'offensiva nella regione di Kursk, che sembra rinverdire le speranze ucraine di ribaltare la situazione sul campo.

Chi è Oleksandr Syrs'kyj

Cinquantanove anni, nato in un piccolo villaggio nella regione russa di Vladimir, negli anni Ottanta ha studiato alla Moscow Higher Combined Arms Command School, proseguendo la propria educazione militare nell'Ucraina indipendente, laureandosi con lode e iniziando a scalare i vertici della carriera nell'esercito. Nel 2013, l'ultimo anno di pace in Ucraina, Syrskyi era generale di divisione e vice capo del comando centrale delle forze armate.

Dopo mesi di voci insistenti circa una frattura nella leadership politica e militare dell'Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky aveva licenziato il comandante in capo Valerii Zaluzhnyi, che aveva guidato l'esercito ucraino prima dell'invasione su vasta scala. Zelensky aveva poi scelto Syrskyi, che in precedenza aveva ricoperto la carica di comandante delle forze di terra ucraine e del gruppo operativo e strategico di Khortytsia, impegnato a combattere nell'est del Paese.

Nell'annunciare la decisione, Zelensky aveva definito Syrskyi "il comandante ucraino più esperto", glorificandone l'operato in due momenti cruciali del conflitto: la battaglia di Kiev, nella primavera 2022, e l'offensiva di Kharkiv, qualche mese dopo (a settembre). Quanto basta a farne un eroe e spegnere un certo assato rumoroso.

I (tanti) sospetti su Syrs'kyj

Come chiunque nato nell'ex Unione Sovietica e che lì ha cominciato il proprio cursus honorum, il generale è sempre stato oggetto di rumors di vario genere. Il passato da ufficiale dell’Armata rossa, i genitori e un fratello che risiedono ancora a Mosca, sono elementi che in guerra generano necessariamente sospetto e maldicenze.

Accanto a ciò, l'appellativo di "macellaio" al pari di esecrabili nemici quali Ramzan Kadirov: un'etichetta "guadagnata" nella battaglia di Bakhmut l’anno scorso, quando ebbe timore di ordinare ai suoi uomini di resistere a ogni costo davanti ai russi che avanzavano. A questo si aggiunge la nomina-che non è stata comunque una sorpesa per nessuno- l’8 febbraio 2024, a Capo delle forze armate ucraine: quanto basta a sollevare il dubbio legittimo sulla scelta strategica da parte del presidente ucraino. Il generale, infatti, potrebbe essere stato scelto per eliminare l'eccessivamente popolare Zaluzhnyi, un temibile avversario per Zelensky quando a Kiev tornerà la pace e si terranno nuove, libere, elezioni. Questo è bastato per farne una figura odiatissima all'indomani del cambio al vertice.

L'offensiva nella regione di Kursk

Tra le fila dei suoi soldati, come racconta il Corriere della Sera, le opinioni sono discordanti. C'è chi lo apprezza, chi lo detesta. Dopo due anni di guerra è più che normale. Certo è che oggi Syrs'kyj è la mente di quello che potrebbe essere uno storico ribaltamento del fronte di guerra, se dovesse riuscire a insistere a lungo nella minaccia sul confine con la Russia.

Una strategia che in queste ore si configura come una mescola di preparazione e calcolo ma anche di azzardo, al fine di cogliere impreprato il nemico. Ma le sue abilità non sono una sorpresa: Syrk’kyj è figlio di una dinastia di ufficiali dell’esercito russo, e ha iniziato la sua carriera militare a soli 15 anni. Ha combattuto in Afghanistan, Tajikistan, Cecoslovacchia. Nel 1993, era già nei quadri dirigenti delle nuove forze armate ucraine, collaborando con gli eserciti nazioali dell’Europa unita in formazione, tanto da giungere, nel 2013, al quartier generale della Nato a Bruxelles.

Allo scoppio della guerra in Donbass, è stato al comando nella della battaglia di Debaltsevo, si distinse a Donetsk. Quando scoppiò il conflitto, due anni fa, Zaluzhnyi lo volle accanto a sè: hanno imparato entrambi dalla Nato, applicando la strategia delle piccole unità mobili, agili, veloci, indipendenti, contro la vetusta e lenta strategia dei carri armati russi. Una strategia che ora viene riproposta a Kursk.

I media ucraini si mantengono tiepidi sulla sua figura.

Il Kyiv Independent, ad esempio, aveva lanciato l’allarme sulla pesante influenza che la politica avrebbe esercitato attivamente negli affari militari proprio attraverso Syrskyi, a causa della sua lealtà incondizionata all’ufficio presidenziale. Sono passati otto mesi e le sorti del generale ora sono appese al filo degli esiti di Kursk.

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