
Quattro uomini, vestiti di nero, hanno il capo cinto dalle bandane (nera, rossa, verde e gialla). Stanno facendo scendere una bara dal palco che hanno allestito, con un macabro spettacolo, prima di restituirla a Israele. O meglio: all’abbraccio di quei cari che ormai non ci sono più. Attorno volano i droni per riprendere dall’alto questo Grande fratello dell’orrore e cameran con lo stabilizzatore. Perché tutto deve essere preciso. Le immagini nitide. Ma a chi sono rivolte?
Agli israeliani, ovviamente. Perché nelle bare ci sono i resti dei loro connazionali. La famiglia Bibas, orrendamente uccisa tranne un unico sopravvissuto: il padre. “Corpi degli infedeli”, si legge sulla bara che contiene i resti dei bambini. Perché è così che sono visti gli israeliani. Anzi: gli ebrei. Infedeli che non meritano rispetto e che devono essere annientati. Le bandane in testa, tutte di colori diverse, indicano le quattro brigate presenti nella striscia. Ognuno ha un rappresentante in quella parata dell’orrore. Ogni brigata è rimasta in piedi e, potenzialmente, può tornare a colpire.
Mentre le immagini circolano sui social, tanti arabi commentano elogiando la “pietà” di quegli uomini con il volto coperto ma dimenticano che quelle bare sono state chiuse e che le chiavi non sono state date agli israeliani. Un ricatto. L’ennesimo. Un’agonia continua. Non vedono che lo sfregio non è solo politico (Benjamin Netanyahu dipinto come un vampiro sullo sfondo) ma umano. A morire non è solo la pietà, ma l’umanità. È la guerra, si dirà. Ed in parte è vero. Ma quella di Hamas e una vera e propria mossa di marketing perché in questo modo il gruppo che controlla la Striscia si propone come un esempio per le altre milizie (Hezbollah in testa) perché capace di tenere testa allo Stato ebraico. Ma lo stesso vale anche per gli altri gruppi competitor presenti nella galassia del terrore. Non è un caso che l’Isis abbia avviato una campagna propagandistica per reclutare lupi solitari.
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