Le forze di Assad si ritirano da Hama: continua l'avanzata dei ribelli jihadisti in Siria

L'esercito di Damasco ha ammesso di aver perso il controllo di Hama, città strategica nel centro del Paese, conquistata dagli insorti. Le forze governative si sono ridispiegate fuori dalla città "per proteggere le vite dei civili"

Le forze di Assad si ritirano da Hama: continua l'avanzata dei ribelli jihadisti in Siria
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Situazione delicatissima in Siria, dove l'esercito governativo ha annunciato di essersi ritirato da Hama dopo le notizie dell'ingresso in città delle fazioni armate guidate da Hayat Tahrir al-Sham (HTS). Il ministero della Difesa di Damasco ha fatto sapere che la decisione è stata presa per "tutelare le vite dei civili ed evitare combattimenti" in loco. Le forze fedeli a Bashar al-Assad, sarebbero state "dislocate fuori da Hama". L'annuncio è giunto poche ore dopo che i ribelli avevano annunciato di essere entrati in città e che stavano marciando verso il centro. La presa di Hama costituisce un altro duro colpo per il presidente siriano, in seguito a quanto accaduto ad Aleppo. I combattenti entrati ad Hama hanno spiegato di aver liberato centinaia di detenuti dalle carceri.

Cosa succede in Siria

"Le nostre forze sono entrate nella prigione centrale di Hama e hanno liberato centinaia di prigionieri ingiustamente detenuti", ha rivendicato via Telegram Hassan Abdel Ghani, un comandante militare della coalizione di fazioni armate guidate da Hayat Tahrir al-Sham. Il leader dei jihadisti di HTS, Abu Mohammed al-Jolani, ha invece spiegato che non ci sarà "nessuna vendetta". "Chiedo a Dio onnipotente che sia una conquista senza vendetta", ha affermato Jolani in un videomessaggio sul canale del comando congiunto delle fazioni ribelli, dopo aver annunciato che i combattenti erano entrati ad Hama "per ripulire la ferita che dura in Siria da 40 anni".

"Nelle ultime ore, con l'intensificarsi degli scontri tra i nostri soldati e i gruppi terroristici. Questi sono riusciti a irrompere nella città e vi sono entrati", hanno spiegato le forze armate siriane. I combattenti guidati da HTS hanno interrotto le strade tra la stessa Hama e le città di Aleppo e Raqqa, ha sottolineato l'Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo cui le fazioni armate hanno anche preso il controllo di altre tre località a est di Hama. I lealisti sarebbero invece riusciti a riprendere il pieno controllo della zona di Zain al-Abidin. La tv satellitare al-Arabiya ha riferito di violenti scontri intorno alla città.

L'avanzata dei ribelli

Dopo una notte di violenti scontri, appunto, i ribelli sarebbero entrati ad Hama da più lati e sono stati impegnati in combattimenti di strada con gli uomini di Assad. La caduta della città è avvenuta nonostante i bombardamenti e gli attacchi condotti dalle forze aeree siriane e russe. La chiave del successo degli antigovernativi dall'inizio dell'offensiva, iniziata la scorsa settimana, coincide con la presa di Aleppo, che in più di un decennio di guerra non era mai caduta del tutto fuori dal controllo del governo. Ricordiamo che i ribelli hanno lanciato la loro offensiva nel nord della Siria lo scorso 27 novembre, e cioè lo stesso giorno in cui è entrato in vigore il cessate il fuoco nella guerra tra Israele e Hezbollah nel vicino Libano.

Le forze ribelli hanno usato un gran numero di droni da combattimento Shaheen che hanno fornito un apporto decisivo alla loro avanzata. Gli Shaheen posso essere caricati con esplosivi e sferrare attacchi di grande precisione grazie a una telecamera che ne permette la guida a distanza.

Un mezzo rivelatosi efficace per colpire oltre le linee nemiche, mettere fuori uso i blindati del regime e isolare la prima linea di difesa. In base agli attacchi sferrati si ritiene che gli Shaheen possano colpire fino a circa 50 chilometri di distanza dal luogo del decollo

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