È gelo tra Putin e Shoigu. Lo Zar abbassa il tiro: "Obiettivi da ricalibrare"

Ignorato il ministro in bilico. Prigozhin: "Verrà fucilato". Poi torna la minaccia del nucleare

È gelo tra Putin e Shoigu. Lo Zar abbassa il tiro: "Obiettivi da ricalibrare"
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Che il clima dalle parti del Cremlino fosse agitato, per usare un eufemismo, si era capito da tempo. Ma adesso le spaccature nella catena di comando russa emergono quasi quotidianamente tra attacchi, accuse incrociate e malumori non più nascosti. Che, peraltro, si accompagnano a dichiarazioni ben lontane dai toni trionfalistici cui Putin e soci ci avevano abituati.

L’ultimo episodio è tanto clamoroso quanto esplicativo. Durante le celebrazioni del giorno della Russia, per commemorare l’indipendenza dopo la caduta dell’Urss, Vladimir Putin è andato in visita ai soldati feriti in Ucraina e ricoverati all’ospedale Vishnevsky di Krasnogorsk, periferia di Mosca. Putin è stato accompagnato dal ministro della Difesa Sergei Shoigu male immagini mostrano come lo Zar eviti ogni contatto, anche visivo con lui. Addirittura gli dà le spalle e quasi lo ignora. L’ennesima dimostrazione del caos interno.

Al punto che lo stesso Putin, oltre alle consuete minacce sparse, è costretto alle prime ammissioni. «Ci mancano diverse cose, come le munizioni ad alta precisione, i dispositivi di comunicazione e i droni» ha detto Putin, per poi attaccare la catena di comando e dire che «alcuni nostri generali si sono dimostrati inefficienti» e che «potevamo essere più preparati». Inoltre lo Zar, per la prima volta, abbassa il tiro degli obiettivi, spiegando che «rimangono in generale sempre gli stessi», anche se «vengono adattati alla situazione corrente». Del resto i piani di Mosca sono saltati da tempo.

L’idea di una guerra lampo che potesse sovvertire in breve tempo il governo di Kiev annettendo l’Ucraina intera o, quantomeno, buona parte, è naufragata subito. E probabilmente mai la Russia si sarebbe aspettata una presa di posizione di tutto l’Occidente compatto che l’ha costretta di fatto all’isolamento. Il pretesto per rialzare i toni, arriva da una notizia del Wall Street Journal per cui gli Usa forniranno a Kiev armi all’uranio impoverito. Sentir nominare «uranio» fa drizzare le antenne ma, in realtà, queste munizioni sono usate in ogni conflitto (la Russia le utilizza in Ucraina dall’inizio della guerra) e sono quelle che equipaggiano i carri armati Abrams che gli Stati Uniti già forniscono. Ma tanto basta: «Anche la Russia dispone di proiettili all’uranio impoverito, e si riserva il diritto di usarli in Ucraina se saranno usati dalle forze di Kiev», ha detto Putin, omettendo il fatto che il suo esercito le utilizza già tempo. Da Washington, un nuovo pacchetto di aiuto da oltre 300 milioni, Londra annuncia aiuti ulteriori per 100 milioni.

Mentre il leader dei mercenari Wagner Prigozhin contribuisce al caos interno all’esercito russo, tornando ad attaccare Shoigu e il generale Gerasimov, accusandoli di sabotaggio e invocando per loro la fucilazione, la controffensiva di Kiev va avanti con le truppe ucraine che avanzano Nel Donetsk a Bakhmut e a Toretsk e anche sulla strada che porta a Berdyansk, nella regione di Zaporizhia. Fonti russe confermano che il generale di Mosca Sergei Goryachev è stato ucciso durante un attacco sul fronte meridionale di Zaporizhia. Un video choc mostra soldati russi in fuga uccisi dal fuoco amico dei militari che «puniscono» i disertori. Di contro, i russi hanno attaccato pesantemente Kryvyi Rih, la città natale del presidente Zelensky. Il bilancio è di almeno 11 civili uccisi anche se sono ancora in corso le ricerche di vittime e superstiti tra le macerie dei palazzi distrutti.

«I terroristi non saranno mai perdonati e saranno ritenuti responsabili di ogni missile che lanciano», ha detto Zelensky, confermando poi che le forze di Kiev stanno avanzando. Perché tra spaccature, conflitti interni e accuse varie, la guerra non si ferma. E anzi, sembra ben lontana da una fine.

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