La "guerra" dopo Soledar: resa dei conti tra mercenari e soldati russi

La battaglia di Soledar mostra le spaccature interne alla Russia tra Difesa, presidenza e gruppo Wagner. Una divisione che Kiev ritiene un "segnale del fallimento" russo

La "guerra" dopo Soledar: resa dei conti tra mercenari e soldati russi

La battaglia per Soledar, in Ucraina, si trasforma anche in uno scontro interno alla Federazione Russa. In queste ultime ore, le notizie sulla conquista della città nella cosiddetta "operazione militare speciale" ha innescato un'accesa diatriba tra il gruppo Wagner e le forze armate regolari. La compagnia di Evgeny Prighozin ha voluto rivendicare per sé e i suoi contractors il successo dell'operazione a Soledar, uno dei teatri più sanguinosi dell'attuale fase dell'invasione, dopo che l'azione era stata inizialmente rivendicata dalle forze armate russe. Un video apparso su Telegram mostrava addirittura due uomini all'interno di un bunker che affermavano di essere "ufficiali delle Forze aviotrasportate" e che le loro unità "non hanno preso parte all'assalto della città di Soledar". Naturalmente è impossibile verificare l'attendibilità di quanto detto, tantomeno l'identità degli uomini coinvolti nel video. Tuttavia, il segnale lanciato dalla Wagner è che il gruppo dello "chef di Valdimir Putin" continua a ritagliarsi uno spazio pubblico sempre più ampio mostrandosi come elemento imprescindibile della guerra voluta dal capo del Cremlino.

Da Mosca sono arrivate reazioni ambigue che certificano il difficile rapporto che intercorre tra i mercenari di Prighozin e le forze regolari. Da un lato la presidenza russa ha raffreddato gli entusiasmi di Prighozin. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva affermato già nei giorni scorsi che quanto era stato fatto a Soledar fosse "uno sforzo immenso e tali azioni sono state eroiche e di sacrificio, come in molte altre aree in cui le operazioni offensive sono in corso e proseguiranno", sottolineando però come fosse "troppo presto per fermarsi o sfregarsi le mani". Dall'altro lato, dopo alcune ore è stato lo stesso ministero della Difesa ad ammettere che l'operazione a Soledar era stata condotta "da un gruppo eterogeneo" di forze, sottolineando al contempo come fosse stata la Wagner ad "aver guidato l'assalto ai quartieri della città occupati dalle forze di Kiev" in una missione "completata con successo grazie alle azioni coraggiose e disinteressate dei volontari" (i contractors di Prigozhin ndr). Mentre è stato rivendicato, allo stesso tempo, il ruolo delle truppe regolari nell'assedio, nel supporto dei mezzi aerei e dell'artiglieria e anche nell'avere bloccato le forze ucraine.

Lo scontro interno oscura in parte la vittoria di Putin: un passaggio che, per quanto non strategicamente decisivo, rappresenta in ogni caso una prima vittoria tattica dopo settimane di completo stallo. Del resto, non è un mistero che la guerra in Ucraina abbia innescato un enorme sommovimento all'interno dei circuiti di potere, in cui si assiste a un conflitto intestino per vedere chi può prevalere tra i siloviki ma anche tra i nuovi "leader" militari che si sono evidenziati nella campagna russa. Prighozin, così come prima di lui il ceceno Ramzan Kadyrov, è parte di quei "falchi" che hanno sempre chiesto un impegno più duro e violento nel conflitto da parte di Mosca, criticando apertamente le scelte dei generali. Le operazioni sul campo hanno poi dato allo "chef di Putin" un peso ancora maggiore dal momento che specialmente in questa fase si è visto come l'addestramento e l'equipaggiamento dei mercenari sia decisamente superiore a quanto visto tra le truppe regolari e i coscritti. Inoltre, Prighozin non sembra disdegnare anche un maggiore peso politico e di immagine, al punto che da tempo sfrutta i canali Telegram della sua azienda per fare propaganda e utilizza il conflitto come strumento per accrescere il proprio status intorno al Cremlino e soprattutto nel circuito nazionalista.

Questa spaccatura in seno al fronte russo è stata descritta dalle forze armate ucraine come un "chiaro segno del fallimento del nemico". Kiev parla di "avanzata tattica" su Soledar, senza ritenerla una vittoria di Mosca, e il presidente Volodymyr Zelensky ha rimarcato che "dopo 324 giorni di piena guerra, tutto è cambiato per la Russia, e ora si attaccano alla gola tra di loro anche per attribuirsi un certo avanzamento tattico". Zelensky ha ricordato che "nonostante il nemico abbia concentrato il grosso delle sue forze in questa direzioni, i nostri combattenti stanno difendendo lo Stato".
Mentre, riporta Adnkronos, attraverso i propri canali Telegram, l'intelligence militare ucraina ha detto che il Cremlino avrebbe inviato raccomandazioni per non enfatizzare mai a livello pubblico il ruolo della Wagner nelle ultime operazioni, attribuendo invece peso e veridicità solo alle affermazioni della Difesa. Un segnale che per Kiev è fondamentale per comprendere le divisioni interne e che l'intelligence ucraina ora sfrutta anche per investire su una divisione che può frenare la rinnovata avanzata delle forze russe.

Le divergenze tra ufficiali russi rappresentano in effetti un problema che attanaglia Mosca sin dall'epoca sovietica, e molto spesso è stata proprio la guerra interna e l'assenza di comunicazione ad avere inferto colpi letali ai piani di invasione.

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